La Basilica Palladiana e l'evento Van Gogh: tra l'esperto d'arte Bulgarini, le iperboli di Goldin e lo "scatolone" bocciato dalla Sovrintendenza
Venerdi 18 Agosto 2017 alle 19:28 | 2 commenti
Possiamo dire che siamo alla vigilia dell'apertura della nuova mostra in Basilica Palladiana organizzata da Linea d'Ombra, ovverossia da Marco Goldin. Una mostra annunciata con titoli che oserei definire esplosivi quali "Partenza in ottobre. Oltre 120 i capolavori esposti- Sarà a Vicenza la più grande mostra su Van Gogh mai realizzata in Italia" (27 Aprile 2017. Touring Club Italiano). Pagine intere ci hanno accompagnato per mesi, su Il Giornale di Vicenza, dentro le immagini e le descrizioni goldiniane del futuro evento. Una mostra che, all'annuncio, preteso dal sindaco e accettato molto malvolentieri dal vicesindaco, convinto come era che solo per il fatto che aveva avuto l'opportunità di osservare, si fa per dire, il lavoro di un esperto, si era convinto di esserlo diventato egli stesso. Ma per mettere in piedi rassegne del genere ci vuole ben altro che un pur volonteroso garzone di bottega, d'arte si intende.
Eppure, ritenendo i vicentini smemorati eccoti che la stampa dichiara che «Artefice principale del ritorno di Goldin a Vicenza è stato Jacopo Bulgarini d'Elci, vicesindaco della città , che ha dichiarato: "L'atteso ritorno di Marco Goldin in città sarà il coronamento del grande lavoro che Vicenza sta facendo per definirsi sempre di più come una città della cultura, del turismo, dell'arte"».
Senza entrare nel merito della rassegna delle opere di Van Gogh, ma tanto per equilibrare la bilancia della conoscenza e quindi della informazione, riporto un brano scritto da Antonio De Robertis, uno dei più importanti studiosi di Van Gogh: "Nella mia collezione ho ben 5 copie del raro catalogo sulla mostra di Van Gogh a Milano del 1952. Me le donò prima di morire Giovanni Mereu, che tanta parte ha avuto insieme al fratello Angelo a spingermi verso la ricerca sulla vita e l'opera di Vincent. Allego qui alcune pagine che fanno intuire la vastità e la qualità di quella mostra, che vantava la presenza di ben 127 opere, le principali tra oli, disegni, guazzi e litografie, tutte provenienti dal Kroller Muller Museum (Il museo Kröller-Müller è la seconda casa di Vincent van Gogh. Con quasi 90 dipinti e oltre 180 disegni, il museo ha la seconda più grande collezione Van Gogh del mondo. Dal sito del Museo), con la benevolenza dell'allora mitico direttore Abram Hammacher, che tanto amava il nostro Paese".
Ora è giusto che Marco Goldin usi iperboli a volte esagerate per presentare la sua mostra a Vicenza del prossimo ottobre, ma abbia il buon gusto e l'umiltà di citare anche questa mostra, che forse conosce poco o niente e che difficilmente riuscirà ad eguagliare, perché al massimo la sua sarà una edizione limitata rispetto a quella.
La mostra la giudicheremo quando avremo la possibilità di visitarla e la nota di De Robertis può essere uno stimolo per un approfondimento che reputo importante. Ma il punto che ora risulta interessante è legato all'atteggiamento della Soprintendenza riportato, con cortesia e apprezzabile cautela, dal Giornale di Vicenza del giorno 17 c.m. Non sulle opere ma sull'allestimento. Da quel che si può comprendere dalle immagini riportate, uno scatolone diviso in scatole più piccole, in pratica uno "stanzone" con una sequenza di "stanze" che impegnano, anche visivamente, tutti, o quasi, i 1.240 metri quadrati del grande salone.
Pare che questa, o pressappoco, sia l'impressione della Soprintendenza che, più che inviare una serie di "chiarimenti" come li definisce il vice sindaco, abbia in realtà fermato i lavori di allestimento della mostra dedicata a Van Googh, probabilmente memore ancora del precedente allestimento dei tre grandi eventi, molto invasivo nei confronti della Basilica.
Che non è, a mio avviso, ma non solo mio, un "museo". E' uno straordinario monumento architettonico che può, coniugando il termine rispetto, essere utilizzato per mostre ed eventi. È sperabile che in luogo delle affermazioni del tutto personali e alquanto imbarazzanti dell'assessore alla crescita (?) giungano da autentiche autorità del mondo dell'arte e dell'architettura parole chiare e inequivocabili rispetto al vero ruolo del capolavoro palladiano.
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