L'Askoll mostra i muscoli: è "serrata" allo stabilimento di Castell'Alfero. Vicenza, se ci sei, batti un colpo
Mercoledi 19 Marzo 2014 alle 10:57 | 0 commenti
I duri sono tali perchè sanno mostrare i muscoli e, dopo quelli parolai di Maurizio Mastelli, il tagliatore di risorse umane di Creazzo, il vertice del gruppo che da Povolaro è guidato da Elio Maioni, così preso dal suo milionario progetto di centro equestre a Caldogno da non poter parlare di altro, ha deciso di mostrare quelli reali con la "serrata" della fabbrica di Castell'Alfero comunicata ieri sera alle Rsu a firma Alessandro Beaupain, amminsitratore delegato della società astigiana che tra l'altro avrebbe (e il condionale è d'uso ...) partecipazioni nella Askoll Tre di Povolaro in un intreccio che farebbe nascere qualche domanda.
Pubblichiamo per intero la lettera (pagina 1 e pagina 2) per dar conto anche delle ragioni dell'azienda muta da tempo a Vicenza come muti sono i media locali e, cosa più grave, i sindacati e i lavoratori vicentini che forse pensano che qui nulla succederà ... grazie al buon cuore della proprietà , quello in cui confidvano le 300 famiglie di Moncalieri fino al 2011 e quello su cui scommettevano fino a pochi mesi fa i 223 licenziati di Castell'Alfero, "traditi" per il nuovo amore sbocciato verso gli opeari slovacchi del gruppo o per chissà quale altro motivo, all'apparenza puramente e unicamente utilitarsitico vist gli aiuti concessi prima e promessi ora anche dal Governo alle aziende del settore, tra cui il cliente top di Marioni, la Electrolux..
Lunedì il tagliatore di risorse umane di Creazzo oltre che con i 223 licenziati della Askoll a Castell'Alfero, definiti "sognatori" solo perchè vorrebbero continuare a lavorare e mangiare, magari con i resti del piatto ben più ricco di chi per anni ha investito e, giustamente, lucrato sull'azienda salvo poi abbandonarla, ingiustamente?, per altri, più convenienti lidi, se l'è presa anche col sottoscritto, "pirla" perchè VicenzaPiù osa raccontare quello che sta succedendo nell'astigiano.
Ebbene sì, io e i miei collaboratori siamo pirla perchè i nostri media temono che analoga sorte potrà capitare anche ai dipendenti di Vicenza del presidente Marioni se il silenzio totale sarà avvilente.
A cui, sperando che all'appello ora si aggiungano gli altri media locali e soprattutto i sindacati tradizionali, chiediamo di dimostrarci che siamo pirla.
Come? Apra un tavolo di persona con gli astigiani e non mandi a sbraitare per conto terzi chi lucra sulle disgrazie altrui, come il consulente di Creazzo, che rischia di dare una pessima immagine non solo della Askoll, che conoscevamo come diversa e migliore, ma anche degli imprenditori di Vicenza che pure ad Asti avrebbero come ambasciatore addirittura un certo Gianni Zonin da poco insignito della cittadinanza onoraria.
Dimostri Marioni che siamo pirla mettendoci la faccia, lui che dovrebbe essere abituato a grandi sfide ma che per essere veramente un grande imprenditore deve saper anche affrontare frontalmente i problemi e non solo i trionfi.
Lo faccia con i lavoratori e col Mise, invece di minacciare di snobbare anche il Governo, e, per decreatre definitivamente che siamo pirla trovi il modo di assicurare i lavoratoi di Vicenza che la prossiam volta non toccherà a loro.
In questo caso, caro presidente, saremmo felici di essere pirla, magari in buona fede, ma pirla.
Se così non fosse, e Dio non voglia, pirla, e magari in malafede o senza fede, sarebbero in tanti, qui a Vicenza.
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