Si parla ... mentre a Vicenza le domande di Cig in deroga sono 2.215 per 10.889 lavoratori
Domenica 23 Giugno 2013 alle 20:44 | 0 commenti
E, intanto, si parla ... di dimissioni non date (o rinviate) come quelle Josefa Idem che, semplicemente, dovrebbe lasciare la poltrona da ministro e, invece, fa una conferenza stampa (presente il proprio avvocato) penosa per le giustificazioni alquanto imbarazzanti ...
... della possibile crisi di governo qualora il già condannato Berlusconi subisse altre sentenze negative (per lui) ...
... di Letta che dichiara che Berlusconi è "corretto" perché, dopo la sentenza della consulta, non ha fatto cadere il governo ...
... di espulsioni dal M5S dopo le critiche mosse al "leader" Grillo ...
... di un possibile rinvio dell'aumento IVA che, dopo la sospensione dell'IMU sulla prima casa, dimostra come l'attuale governo sia incapace di decisioni bloccato com'è dalle promesse e dagli interessi delle forze politiche che lo sostengono ...
Cose "importanti", per carità , ma che si potrebbero risolvere in maniera normale, con qualche decisione di "ritiro dalle scene". Cose che servono a distrarre da quella che è il vero problema: la mancanza di lavoro.
Perché nel nostro paese (e, come vedremo, la nostra provincia, purtroppo, non è da meno) la disoccupazione è a limiti intollerabili (in totale sono circa 6.000.000 le persone senza lavoro), le fabbriche che chiudono sono sempre di più, la cassa integrazione è aumentata in maniera spaventosa.
Basta vedere i dati al 31 maggio 2013 relativi alla mobilità e alla cassa integrazione in deroga nella nostra regione per rendersi conto di quali dovrebbero essere le priorità del paese.
In Veneto ci sono 4.847 domande di mobilità in deroga con un aumento, rispetto alle 4.075 dello stesso periodo del 2012, pari al 19%. Per la cassa integrazione in deroga ci sono 9.611 domande che coinvolgono 51.005 lavoratori. Le province maggiormente in difficoltà sono Vicenza (2.215 domande per 10.889 lavoratori), Treviso (2.056 domande per 9.502 lavoratori), Padova (2.030 domande per 12.606 lavoratori). I settori più interessati sono quelli del manifatturiero (4.830 domande, 26.794 lavoratori), del commercio (1.503 domande, 7.749 lavoratori), delle costruzioni (1.325 domande, 4.550 lavoratori). Un declino preoccupante che deve essere affrontato con determinazione. E contrastato ...
... e, invece, si parla ... di decisioni che vengono rinviate, di dimissioni non date, di maggiore flessibilità per entrare nel mondo del lavoro (più precarietà ) e per uscirne (licenziamenti più facili). E si parla di presidenzialismo e di "riforme" costituzionali quasi fossero questi i rimedi per risolvere i veri problemi del paese.
Rendiamocene conto che queste proposte di modifica costituzionale servono solo a coprire il disastro che una classe dirigente di politicanti mediocri e imprenditori miopi ha prodotto. Servono a sviare l'attenzione dai problemi reali, a far credere che la crisi si possa risolvere modificando qualche articolo della Costituzione. Non è vero. La Costituzione non può essere modificata per favorire quelle oligarchie che voglio mantenere il potere. Deve solo essere attuata.
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