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Insulti a Kyenge, Zampini di Progetto Nazionale: Calderoli offende, cui prodest?

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 16 Luglio 2013 alle 18:50 | 0 commenti

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Luca Zampini, Coordinatore provinciale Progetto Nazionale Verona  - La presa di distanze di Flavio Tosi, che “condanna” le recenti dichiarazioni del vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli (paragonando il Ministro dell’Integrazione sig.ra Kyenge ad un «orango») mi trova politicamente e civicamente d’accordo, e questo sostanzialmente per due ragioni.

 In primo luogo perché, esprimendosi in tal modo, Calderoli incarna alla perfezione il cliché del “razzista” becero ed ignorante (che tra l’altro lancia il sasso e poi nasconde la mano ritrattando, come ha fatto anche l’Assessore regionale alla protezione Civile Daniele Stival) tanto cara alla vulgata immigrazionista e pro ius soli del centro-sinistra, virtualmente “democratica” ma in realtà altrettanto volgare ed intollerante da non farsi alcun problema nel paragonare gli avversari politici ad animali delle specie più varie (gli epiteti rivolti nel tempo proprio ad alcuni dei vertici leghisti e a Silvio Berlusconi ne rappresentano un vasto campionario); in secondo luogo perché così facendo si sposta l’attenzione su di una polemica dozzinale e “scandalistica” anziché sul portato devastante dell’immigrazione e sulle sue ricadute negative.
Per chi non è mosso da sentimenti internazionalisti o da etnomasochismo, ma è invece animato da un genuino amor di patria - sia esso declinato in chiave regionalistica e delle piccole patrie come i leghisti, o in chiave nazionale e di più grande patria europea, come il sottoscritto - ci sono mille e una ragione per contestare l’operato e le dichiarazioni della sig.ra Kyenge, operato e dichiarazioni d’intenti dementi (o criminali?) che volendo estremizzare i concetti potrebbero essere inquadrati nel reato di genocidio: infatti secondo la “Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio” (11 dicembre 1948) è considerato tra gli atti che rientrano in questa categoria anche quello di «influenzare deliberatamente le condizioni di vita del gruppo con lo scopo di portare alla sua distruzione fisica totale o parziale». Ma senza voler esasperare a tal punto il dibattito, mi limito a rilevare l’anomalia, credo inaccettabile persino per quelle popolazioni considerate più involute, di un ministro della Repubblica che apertamente si dichiara italiana solo per metà, dopo aver giurato sulla Costituzione italiana, o sempre dello stesso Ministro che, nonostante il suo ruolo istituzionale, si esprime pubblicamente in favore dei clandestini, che in quanto tali, commettono reato. Inezie…
Ma come dicevo inizialmente, tutte le esternazioni della Kyenge sono contestabili politicamente e confutabili dati alla mano, insultandola si fa il gioco dell’avversario…e non credo che Calderoli possa ignorare tutto ciò.
Cui prodest?


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