Inquinamento dell'acqua in Veneto: i timori espressi in un convegno M5S a Montecchio
Sabato 1 Febbraio 2014 alle 01:52 | 0 commenti
Le sostanze perfluoroalchiliche invadono il vicentino, persino il famoso baccalà , se il pesce è stato cotto in una padella antiaderente il cui rivestimento contiene, appunto, tali sostanze o cucinato con alimenti trattati con acqua contaminata. Si tratta di sostanze chimiche cancerogene che da anni sono presenti nell’acqua pubblica vicentina e che vengono usate per rendere impermeabili allo sporco e all’olio le superfici.
Si trovano nei tessuti degli abiti, sui rivestimenti di divani e poltrone, su tappeti e sedili delle auto; nelle schiume antincendio, nei ritardanti di fiamma, nei detersivi, nei contenitori per alimenti e, naturalmente, nell’acqua che esce dai rubinetti. Abbreviate si chiamano PFA e PFOA e possono, con il tempo, essere concausa di cancro ai reni e ai testicoli, malattie alla tiroide e cardiovascolari, ipertensione in gravidanza, colite ulcerosa, aumento di colesterolo, ictus cerebrale, diabete, linfomi e leucemie e infertilità . Enormi quantità di tali sostanze, prodotte in Italia da due soli stabilimenti, uno a Trissino e l’altro a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, sono presenti nei pozzi per l’acqua potabile di circa una trentina di comuni del Veneto, la metà in provincia di Vicenza. Tant’è che nel 2012 l’Arpav ha effettuato controlli su 730 reti, 3778 siti e 503 comuni, riscontrando una concentrazione di PFA e PFOA del 5%. Dalla valle dell’Agno, dove la concentrazione di queste sostanze nell’acqua è pari a 17 nanogrammi per litro, si arriva, nella zona dei collettori di scarico industriali vicino al Retrone e al Bacchiglione, a sfiorare i 1100- 1500 ng/L, registrando addirittura un + 1000 ng/L oltre i limiti consentiti, nell’area compresa tra i Comuni di Montecchio Maggiore, Brendola, Creazzo, Altavilla, Lonigo e Cologna Veneta. (Fonte: “Studio di valutazione del rischio ambientale e sanitario associato alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani†elaborato dall’Istituto di Ricerca Sulle Acque – IRSA del Consiglio Nazionale delle Ricerche). E’ l’allarme lanciato dal Movimento 5 Stelle che ieri sera, in sala civica Corte delle Filande a Montecchio, ha organizzato un convegno pubblico a cui hanno partecipato oltre un centinaio di persone. «L’inquinamento è un problema storico della nostra provincia- afferma Vincenzo Cordiano, presidente della sezione di Vicenza dell’associazione Medici per l’ambiente- un caso di contaminazione d’acqua simile al nostro è stato scoperto, nel 2002, negli Usa, in Ohio, per la precisione. La sola differenza è che l’azienda inquinante è stata multata per oltre 300 milioni di dollariper i danni causati alla salute e all’ambiente. Da noi gli organi competenti, Ulss, sindaci, Arpav e Regione affermano che l’acqua è contaminata ma potabile e intanto, chissà come mai, chiudono i pozzi, ma non prendono nessun tipo di provvedimento e non hanno ancora stabilito dei limiti di concentrazione massimi per queste sostanze.» Continua: «Nemmeno di fronte ai dati forniti dalla stessa Regione in cui risulta che l’Ulss Ovest Vicentino è al secondo posto per tasso di mortalità per cause generiche del Veneto e l’accertamento di aumento del livello di colesterolo nel sangue degli operai della Mitteni, lo stabilimento di Trissino produttore di PFA e PFOA.» Presente all’incontro anche Roberto Castiglion, sindaco M5S di Sarego, contrario non solo all’acqua inquinata ma anche ad uno sfruttamento economico di questa. «Su 140 Comuni, Sarego è stato l’unico a votare contro al nuovo metodo tariffario transitorio che nasconde la possibilità di un aumento in bolletta del 6,5% da parte dei gestori degli impianti idrici pubblici. Non solo. Il piano cela, sotto la voce “onere finanziari†un profitto del 7% sul capitale investito a favore dei gestori stessi.» Ha concluso la serata Federica Daga, deputata M5S alla Camera e membro dell’VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici. «L’acqua è un bene pubblico e deve essere sana, pulita e a servizio dei cittadini. L’Europa non ha mai chiesto all’Italia di privatizzare acqua, trasporti e rifiuti, solo di adottare i metodi più idonei per la loro gestione. Gli oneri tariffari sono una truffa che prevedono un aumento di 1,84 euro in più a famiglia.»
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