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Indipendenza Veneta allo sbando, mentre Plebiscito2013 cresce

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 28 Agosto 2013 alle 15:55 | 0 commenti

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Press News Veneto  - Mentre in quella che un tempo era la gloriosa Indipendenza Veneta si consuma una guerra interna politicamente cruenta e senza prigionieri, c’è chi assiste allo spettacolo con ansia e disagio assoluto. Sono i sostenitori e crediamo anche molti soci di Indipendenza Veneta, che non stanno assolutamente capendo nulla del motivo per cui il movimento abbia scatenato una guerra di religione, condotta in particolare dai due avvocati presidenti, supportati da una parte del direttivo, contro Lodovico Pizzati e un bel numero di coordinatori e responsabili del movimento, colpevoli agli occhi dei presidenti di aver animato e manifestato le proprie simpatie per un comitato referendario apartitico e trasversale, l’ormai famoso Plebiscito2013.

Questa guerra è iniziata all’indomani del congresso con una serie di editti bulgari contro chi partecipava a serate promosse per promuovere il referendum di indipendenza del Veneto (sic!).

Una delibera di ieri del consiglio direttivo, poi sospesa a termini di statuto dal segretario Pizzati, poneva addirittura gli ideatori di Indipendenza Veneta alla porta, sempre per ordine di Morosin e di Cantarutti (che si è dimostrato molto abile nell’arte della macchinazione politica, forse imparata da giovane all’epoca in cui era parlamentare romano allorché dopo alcuni ribaltoni, passando per lega e Pivetti, è approdato addirittura all’impresentabile Centro Cristiano Democratico di Mastella, Buttiglione e Casini).
L’elenco di nomi minacciati di espulsione e destinatari di un ultimatum da parte del consiglio direttivo controllato dai presidenti è decisamente nutrito e di qualità: Lodovico Pizzati (segretario nazionale), Gianluca Panto (coordinatore di Treviso nord), Gianluca Busato (portavoce e coordinatore di Treviso), Giannarciso Durigon (coordinatore dell’area Sile), Gianfranco Favaro (membro del consiglio direttivo nazionale), Selena Veronese (coordinatore nazionale delle aree territoriali), Manuel Carraro (membro del consiglio direttivo nazionale e responsabile logistica), Franco Guarnier (coordinatore dell’area di Montebelluna), Mauro Marobin (candidato sindaco di Vicenza), che si aggiungono a Catia Zanon (membro dei Probiviri), che era stata la prima socia fondatrice ad essere espulsa da Indipendenza Veneta.
Non si tratta insomma di 4 gatti, ma di parte importante della struttura di Indipendenza Veneta. Anzi, della parte strategica e pensante sia dal punto di vista politico sia per quanto riguarda la comunicazione e l’organizzazione. Ciò è testimoniato dal fatto che il primo dirompente anno di vita del movimento che era riuscito a portare il consiglio regionale ad affrontare il tema dell’indipendenza del Veneto è stato reso possibile proprio dalla capacità strategica in particolare di Lodovico Pizzati e dei suoi collaboratori di fiducia, che hanno saputo cambiare lo scenario politico regionale attraverso la realizzazione di un piano politico complesso e strutturato, in cui erano compresi anche la realizzazione dei progetti di risoluzione per l’indipendenza (divenuta la famosa risoluzione 44) e legge regionale 342 per l’indizione del referendum di indipendenza del Veneto. Oggi i due presidenti-avvocati hanno deciso di disfarsi di tutto ciò. La domanda è: perché lo vogliono fare?
Qualche malevolo che forse però ha visto giusto, ha ipotizzato che il sacrifico della parte pensante di IV sia stato la merce di scambio di qualche accordo pre-elettorale sottobanco, forse condotto con eccessivo anticipo, magari con qualche esponente di peso che oggi siede in Consiglio Regionale (Zaia? Ruffato?), in previsione delle prossime elezioni europee o politiche anticipate. Tra l’altro tale accordo ha forti probabilità di rivelarsi vano: bisognerà vedere se con questo andazzo la macchina di IV arriverà infatti sana e salva all’appuntamento con le elezioni e soprattutto quale sarà il danno di immagine che subirà IV. Per ora è certo che la gran parte di soci e sostenitori, a parte un piccolo gruppo che segue logiche cameratesche, sta a guardare in rigorosa pausa operativa, del tutto disorientati e increduli di fronte a ciò che sta avvenendo.
Che lo scontro avvenga anche sulle scelte di posizionamento elettorale lo testimonia anche la scelta di Vedelago come caposaldo della linea degli avvocati presidenziali. Essi hanno sposato una linea che ha avuto un indubbio successo da un punto di vista numerico (più di 17%) nelle ultime elezioni comunali che hanno visto l’elezione del sindaco del Pdl Cristina Andretta, ma che, d’altro canto, ha minato il potenziale politico del movimento, annacquandolo in una coalizione eterogenea di partiti e schieramenti che non promette nulla di buono per capacità di incidere politicamente, quanto meno per l’obiettivo dell’indipendenza del Veneto. Ai fini dell’indipendenza, si sono ottenuti risultati politici ben più consistenti a Treviso con il 2%, grazie alla convergenza di tutto il gruppo consiliare della lega nord sul progetto di legge referendaria avvenuto per spingere il candidato sindaco di IV verso un’indicazione di voto alla lega nord nel ballottaggio delle elezioni comunali.
Tanto per concludere, merita solo accennare al fatto che, tra l’altro, la prossima annunciata epurazione di molte teste pensanti del movimento rischierà di avere strascichi spiacevoli che ulteriormente danneggeranno l’immagine di Indipendenza Veneta, così come era avvenuto per Veneto Stato, privandola del proprio spirito vitale.
Tale scelta improvvida nel breve termine avrà di sicuro l’effetto immediato di compattare un numero sempre più cospicuo di persone attorno al progetto di Plebiscito2013.

E i veneti stanno a guardare.


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