Incontro e sintonia Renzi Berlusconi, Langella: povera Patria
Domenica 19 Gennaio 2014 alle 10:35 | 1 commenti
Giorgio Langella, Segretario regionale PdCI - Renzi ha incontrato Berlusconi. Due ore e mezza di dialogo hanno portato il segretario del PD a dichiarare di essere in "profonda sintonia" con il condannato di Arcore. Stanno discutendo del futuro del nostro paese. Di pesanti "riforme" costituzionali, di legge elettorale. Il segretario del PD lo sta facendo con un personaggio che è stato condannato per frode fiscale e che dovrebbe scontare la pena che gli è stata inflitta con sentenza passata in giudicato.
Dalle prime notizie si capisce che la legge elettorale sarà fatta su misura per i "grandi" partiti. Il condannato Berlusconi, infatti, dopo l'incontro con Renzi col quale si è complimentato, ha dichiarato che "bisogna consolidare i grandi partiti". La legge elettorale, evidentemente, per i "signorotti" che sono a capo di PD e Forza Italia deve servire soprattutto a garantire ai loro partiti di occupare le istituzioni a scapito di organizzazioni più piccole. Non c'è nulla di democratico in tutto questo. C'è solo la volontà di stabilizzare una situazione che veda falsamente contrapposti due "grandi partiti" che, però, sono in "profonda sintonia" tra loro. Una situazione da "partito unico" che non tiene conto di nulla se non la convenienza dei maggiori partiti. Non c'è proprio nulla di democratico. C'è molto, invece, di quel progetto della P2 di Licio Gelli alla quale Berlusconi era affiliato.
Renzi vuole essere "moderno", vuole "dare uno scossone" alla politica ... lo vediamo. Sta contrattando il futuro del paese con un pregiudicato che ha governato il nostro paese con leggi ad personam e che, per un paio di decenni, ha fatto scempio di legalità e diritto. Non c'è nulla di "moderno" nulla di "nuovo". È la solita vecchia storia di chi, arrivato a occupare le poltrone che contano, vuole "consolidare" quelle posizioni per legge, riducendo i diritti degli altri e garantendo a se stesso sempre maggiori privilegi.
Stanno discutendo del futuro del paese un "giovane" dalla battuta facile (Renzi) e un vecchio barzellettiere (Berlusconi) condannato e sotto processo per reati gravissimi. Sono in "profonda sintonia". Entrambi, infatti, vogliono comandare e sono pronti a stravolgere le regole democratiche e cancellare qualsiasi forma di opposizione per garantirsi quel consenso che altrimenti non avrebbero.
Povera Patria.
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