Quotidiano | Categorie: Interviste

Inceneritore di Schio, AVR critica l'ampliamento del costo di 14 milioni di euro

Di Nicolò Dalle Molle Mercoledi 2 Aprile 2014 alle 20:07 | 0 commenti

AVA, Alto Vicentino Ambiente, società pubblica di cui sono proprietari i comuni dell’Alto Vicentino e in cui il comune di Schio detiene la maggioranza relativa, è pronta ad investire 14 milioni di euro per raddoppiare la capacità della linea 1 dell’inceneritore di Schio (la più vecchia, aperta circa trent’anni fa) che potrà così bruciare 91 mila tonnellate di rifiuti in un anno, a fronte delle attuali 65/70 mila.

La scelta di AVA preoccupa il comitato AVR, Alto Vicentino Ricicla, che vuole informare i cittadini sul significato di tale decisione nella convinzione che la popolazione non debba rimanere estranea ai fatti.

La produzione di rifiuti nell’Alto Vicentino, come in tutta Italia, è in calo a causa sia della crisi attuale sia per merito della raccolta differenziata prevista dalla legge. Attualmente in tutta la regione Veneto sono aperti e funzionanti gli inceneritori di Schio e Padova che bruciano rifiuti sia urbani sia speciali. L’inceneritore di Schio brucia rifiuti provenienti da tutta la regione e si appresta ad allargare il proprio bacino di raccolta a tutta Italia. 

La linea 1 che AVA ha intenzione di ampliare, informa AVR, avrebbe dovuto essere chiusa già dieci anni fa, sostituita dalla linea 3 ma così non è stato, nonostante il sindaco Dalla Via nel corso della puntata del 13 gennaio 2014 del programma radiofonico di Rai Radio Uno “La radio ne parla”, abbia affermato che nell’inceneritore di Schio siano attive solo le linee 2 e 3. «Questo» afferma AVR «è falso perché anche la linea 1 è attualmente attiva». 

Il raddoppio delle potenzialità della linea 1 porterà ad un aumento dell’emissione di sostanze inquinanti con conseguenze sulla salute dei cittadini. L’AVR preme perché l’azienda ULSS 4 Alto Vicentino venga inserita nel registro dei tumori del Veneto: ciò permetterebbe di analizzare l’incidenza dei tumori nella regione e tentare di capire se esiste una correlazione tra fonte inquinante e malattia. 

I dati (di mortalità per causa tumorale, gli unici presenti), continuava il sindaco Dalla Via a “La radio ne parla”, sono comunque stati messi a disposizione da un responsabile dell’ULSS 4 all’Osservatorio Permanente su Innovazione, Problematiche del Trattamento Rifiuti e Cogenerazione, organismo istituito nel 2009 e di cui fanno parte, tra gli altri, rappresentanti di amministrazioni locali, dell’ARPAV e di associazioni ambientaliste. Tra le finalità dell’Osservatorio, leggiamo sul sito altovicentinoambiente.it, vi è “promuovere approfondimenti, informazione e confronto con i cittadini e le istituzioni su tematiche riguardanti la gestione dei rifiuti”. AVR, invece, ci fa sapere che, dopo aver richiesto in data 29 gennaio 2014 all’Osservatorio la consultazione di alcuni dati, e aver ripetuto la richiesta circa venti giorni più tardi, non ha ancora ottenuto alcuna risposta e valuta ora l’eventualità di procedere per vie legali. 

AVR, aldilà del lavoro d’indagine e informazione che sta svolgendo, propone anche una possibile soluzione all’ampliamento che è nelle intenzioni di AVA, ovvero la chiusura della linea 1 e, al costo di 5 milioni di euro, l’apertura di un impianto di riciclo sull’esempio di Vedelago. Una soluzione già proposta da tempo all’amministrazione comunale. 

Infine, Laura Rossi, Gianfranco Santacatterina e Marco Rampon di AVR, si dicono attoniti per il comportamento tenuto dalla regione Veneto che nella primavera del 2013 non ha fatto altro che avvallare la decisione dei comuni della provincia di Vicenza che hanno deciso di procedere al raddoppio delle potenzialità della linea 1, nonostante la decisione ultima spetti appunto alla regione. 


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