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Impresa e credito: cosa ne pensano le Pmi vicentine

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 12 Luglio 2013 alle 15:52 | 0 commenti

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Confartigianato Vicenza - Difficoltà di accesso al credito, sostegno inadeguato, spese alte, poca fiducia reciproca. Sono queste, in estrema sintesi, le opinioni delle piccole imprese venete circa il loro rapporto con il mondo del Credito. Lo testimoniano i dati che emergono da un’indagine condotta - in collaborazione con la Facoltà di Economia dell’Università di Verona - da Artigianfidi Vicenza e Apiveneto Fidi.

Due Confidi che associano complessivamente 19.500 imprese (artigiane e Pmi) operando in prevalenza nel Veneto e garantendo oltre 600 milioni di euro di finanziamenti a favore di piccole e medie aziende.

Nel giugno 2012 i due Intermediari hanno dato vita a Rete Fidi Nord Est, una tra le prime reti di Confidi sorte sul territorio nazionale, condividendo le rispettive esperienze e mettendo così a disposizione delle imprese più servizi, più forza negoziale e di tutela, più specializzazione e, nello stesso tempo, diventando un osservatorio privilegiato sulle dinamiche dei rapporti fra le piccole imprese venete e gli istituti di credito, come testimonia l’indagine compiuta di recente.

Tale ricerca ha coinvolto 505 imprese venete, il 78% delle quali operanti nelle province di Vicenza e di Verona e appartenenti a tutti i comparti economici: a livello di macro-settori merceologici, il 65% operante nel Manifatturiero (la metà nel Metalmeccanico), il 21% nel terziario dei Servizi e del Commercio e il restante 14% nell’area della “casa" (Edilizia e attività correlate).

“Quanto emerge dallo studio dei dati raccolti dalle Imprese - commenta Enrico Dall’Osto presidente di Apiveneto Fidi - evidenzia la presenza di profonde criticità e di malessere esteso nei rapporti tra le PMI venete e il Credito, testimoniati, in particolare, dal basso livello di fiducia reciproca, dall’alto numero delle revoche e delle richieste di rientro, dai costi ritenuti eccessivi, dalle difficoltà negoziali”.

Entrando nel vivo dell’indagine, si nota che quasi la totalità (98%) delle imprese costituenti il campione intrattiene rapporti con le banche: il 58% operando in modo “regolare”, il 42% denunciando difficoltà di relazioni. Più articolate le posizioni rispetto all’accesso al credito: la maggioranza delle imprese intervistate (66%) riferisce di trovarlo “difficile” (45%) o “molto difficile” (21%); non solo: il 56% delle aziende testimonia difficoltà ad approvvigionarsi delle fonti finanziarie necessarie al sostegno dell’attività e ciò, per il 16% del campione, rappresenta un “grave problema” per la continuità dell’attività. E poi ci sono le imprese (25%) che segnalano revoche o mancati rinnovi degli affidamenti, che rischiano di portarle alla chiusura.

Tutto questo si ripercuote sull’indice di fiducia che gli imprenditori veneti nutrono verso le banche; infatti, mentre il 49% dichiara una “modesta” fiducia, il 9% addirittura “nessuna”. E la delusione delle imprese è elevata anche in materia di tassi applicati, di costi e commissioni.
A fronte di tutto ciò, i Confidi (cui si rivolge il 60% delle imprese campionate) riescono a far ottenere alle imprese condizioni economiche migliori (49% dei casi), contribuendo con la loro garanzia a comprimere lo spread e la volatilità delle condizioni applicate.

Emerge, in pratica, che l’accesso al credito, per chi è assistito dai Confidi, diventa più agevole, e ciò vale in particolare per le micro e piccole imprese.

“L’indagine svolta - riassume Mariano Miola Presidente di Artigianfidi Vicenza - dipinge un quadro poco incoraggiante del rapporto tra imprese venete e credito; un dialogo - confronto che invece si fa più “disteso” dove è presente l’intermediazione del Confidi”.

“Un risultato questo - prosegue Miola - che conferma l’importanza dei Confidi veneti nella filiera del credito alla piccola e micro impresa, evidenziandone l’efficacia come strumenti di politica industriale e rivelandone la funzione di veri e propri “ammortizzatori sociali” per il sistema regionale delle PMI”.

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