Quotidiano | Categorie: trasporti

Immaginate la "Vicenza che vive" col nuovo progetto di TAV

Di Citizen Writers Lunedi 5 Gennaio 2015 alle 14:13 | 0 commenti

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«ImmaginateVi la "Vicenza che vive" con il nuovo progetto di treno. Riflessi sulle relazioni tra persone e diritti, sul lavoro, sull'ambiente naturale e sui costi non solo economici rispetto alle cosiddette compensazioni», questo il tema afrontato in una lettera da Giuliano Raimondo,che pubblichiamo come ulteriore contributo al dibattito in corso su TAV/TAC e, soprattutto, sulle due stazioni che dovrebbero sostituire quella attuale.

Egregio Direttore

Rispetto al nuovo treno TAV che la città "normale" non conosce, anche recenti esperienze consigliano molta prudenza e soprattutto tempo per ragionare razionalmente, in modo da rispondere alle concrete esigenze delle relazioni umane di "domani", sapendo evitare obbrobri progettuali, spese superflue e peggioramento dell'ambiente di vita.

Vicenza è una piccola città che quel "mercato senz'anima" che sta dietro al nuovo progetto TAV rischia di far morire perché, a parere mio, è un progetto avulso dalla "Città che vive". È un progetto che crocifigge relazioni umane costrette, come dire, a riandare in bicicletta non trovando neanche lo stallo, o a servirsi dell'auto per chi ne è proprietario e può pagarsi anche un altro parcheggio in zona Fiera, ove dovrebbe essere edificata la stazione per il treno metropolitano. "E per gli anziani che vivono in Città?"

Pur essendo uno dei tanti che si sono impegnati sin dal 1992 per spingere verso l'ammodernamento delle ferrovie, addossando alla linea storica i nuovi binari per i treni un pò più veloci - constatata anche la curva dell'asse ferroviario tra Padova e Verona, rispetto al sito fisico della Città di Vicenza - "questo" nuovo treno TAV non mi convince affatto perché sconvolge la vita di decine di migliaia di persone e per il pesante impatto che genera sull'ambiente naturale. Tralascio di considerare l'impatto sul sistema Città per realizzare l'opera, ossia il suo progetto esecutivo che la Città non conosce.

"Questo" nuovo treno interesserà molto chi si sta predisponendo per la imminente campagna elettorale di primavera ma sicuramente non per la maggioranza degli elettori, peraltro già scioccati dalle vicende dell'EXPO e del MOSE e dalla povertà che avanza. Sicuramente servirà per far aumentare il numero di coloro che non andranno a votare perché sfiduciati da quel sistema del "gratta e vinci" che ha collocato l'Italia ai vertici della corruzione.

Se fotografiamo il presente (gli uffici, le scuole, gli ospedali, i luoghi di lavoro, il patrimonio storico culturale come la Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico, il Museo Civico, gli uffici del Comune, la Prefettura, le sedi dei servizi pubblici, la stazione delle ferrovie, le sedi delle forze dell'ordine, i luoghi di culto, ecc.) e immaginiamo il futuro, ne consegue che "questo" nuovo treno sconvolgerà la vita di decine di migliaia di persone a partire dai lavoratori pendolari, dagli studenti, dalle persone che abbisognano di recarsi all'ospedale, ecc. ecc..

La realizzazione del nuovo Tribunale in quel sito, e del brutto "Borgo Berga", impongono una diversa attenzione progettuale per le necessarie relazioni tra le persone, privilegiando il sistema mobilità tramite il treno metropolitano e il ripromesso filobus che colleghi l'est e l'ovest della Città; per le merci occorrono soluzioni ferroviarie altre, ossia che evitino l'impatto con la città che "vive".

Paradossalmente, la stazione per "questo" treno ci riporta vicino alle fonderie che decenni addietro sono state confinate in zona industriale.

 

Leggi tutti gli articoli su: Tav, Giuliano Raimondo, Tac

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