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Il Vicenza Calcio sopravvive grazie a prestiti dubbi. E a decreti ingiuntivi non esecutivi

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 11 Luglio 2013 alle 23:20 | 0 commenti

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All'annuncio del presidente del Vicenza Calcio, Tiziano Cunico, che una serie di imprenditori anonimi (come i soci di Pannorica, la fiduciaria che controlla il club di Via Schio) aveva "prestato" i soldi necessari ad iscrivere al campionato la gloriosa squadra biancorossa, la pagina Facebook ufficiale del Vicenza Calcio ha accolto solo frasi come quelle che seguono. 

Gianfranco Bettineschi: «sono gli stessi che ci hanno portato in questa merda, ricordo in 9 anni tre retrocessioni e salvezze rosicate... a quanto pare a qualcuno piace la mediocrità... anche sull'orlo del fallimento non si riesce ad aprire gli occhi...». Matteo Ranzan: «un disastro... altro che salvo... andatevene!». Walter Stefani: «ora vendere subito! E togliere la foto di Malonga dalla home page del sito!». Osvaldo Casanova: «Esultare perché hai ottenuto un'elemosina, l'ennesima umiliazione regalataci da questa proprietà». Mauro Paccagnella: «dobbiamo dirvi bravi con IL c... (i puntini sono nostri al posto del termine ben più esplicito, ndr) , vi diciamo bravi se adesso vendete e andate fuori dai c... (altri puntini nostri, ndr).
E così via a manifestare la delusione dei tifosi non lenita dall'iscrizione a un campionato, che in molti temono sia una lunga, ulteriore agonia della dignità sportiva della città, già colpita nel passato da altre dolorose sparizioni di club di vertice in sport come il basket e il volley a testimonianza dell'insensibilità dell'imprenditoria locale verso certi valori. Quando questi non sono monetizzabili...
Il prestito andrà restituito a chi l'ha fatto, ma chi sono i finanziatori a tempo? Perché sempre misteri fitti tra le cose della società di Cassingena, Preto, Cunico & c. dove c. sta per "chissà chi lo sa"?). Dove sta la munificenza? Se chi ha prestato a tempo questi soldi (a quali condizioni, con quale trasparenza amministrativa visti anche i dubbi del passato?) non vuole neanche che si sappia il suo nome, perché non è così di buon cuore a lungo termine prendendo in mano la società per farla vivere e non per farla solo sopravvivere, non si sa poi per quanto? O i benefattori sono riconducibili a coloro che hanno generato con la loro gestione la necessità del prestito di pura sopravvivenza e magari sono stati costretti a farlo per evitare guai legali peggiori, per alcuni, dell'onore ferito dei tifosi?
Insomma quello che temono i tifosi che con nome e cognome hanno vergato su FB il loro dissenso è che con l'iscrizione (obbligata...) al campionato solo una cosa sia certa guardando a domani e non all'oggi: sono aumentati i debiti del Vicenza Calcio.

Se, poi, fosse vero che anche il tribunale di Vicenza sta aiutando il club concedendo, sì, il decreto ingiuntivo richiesto dalla Helyos per 232.000 euro, ma non decretandolo come "provvisoriamente esecutivo" pur apparendo il debito certo e esigibile, i proprietari del Vicenza Calcio ringrazino piuttosto i magistrati civili vicentini, che almeno un nome e cognome lo hanno e con quello firmano i loro atti.
Di certo non li ringrazieranno i creditori (e i loro dipendenti) perché per loro la decisione si "presta" a un dubbio: che sia stata presa con l'italico doppio pesismo per il quale la legge è uguale per tutti ... i più forti.

Leggi tutti gli articoli su: Vicenza Calcio, Helyos, Decreto ingiuntivo

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