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Il Sunia manifesta con la famiglia "divisa" di Abdellatif Mahrach: Sala li riceve domani

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 11 Novembre 2013 alle 09:53 | 0 commenti

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La famiglia marocchina di Abdellatif Mahrach (57 anni) è composta dalla moglie Naima di 51 anni e dai tre figli, il diciassetenne Faicel, la diciannovenne Sara e il più grande Issam, che ha 28 anni. La famiglia, che aveva cessato di pagare il canone di affitto nel dicembre 2012 a seguito della perdita del lavoro da parte del capo famiglia e che per continuare a "vivere" lo faceva grazie ad aiuti di amici e dell'assistenza pubblica, è stata  sfrattata prima di essere alloggiata all'Hotel Adele a spese del Comune di Vicenza con un costo ad oggi di quasi 30.000 €.

I tentativi di trovare lavoro non hanno ad oggi dato alcun esito: cosa purtroppo oggi frequente. Il racconto ce lo fa Fulvio Rebesani, segretario provinciale del Sunia, che stamattina si è recato con una delegazione e con la famiglia a "manifestare" all'assessorato ai servizi sociali di Contrà Mure San Rocco per un sit-in di protesta per «sensibilizzare l'opinione pubblica in merito al caso emblematico di una famiglia sfrattata (morosità incolpevole per perdita del posto di lavoro). Il Sindacato inquilini contesta il metodo dell'amministrazione che prima ospita a proprie spese (e con grave danno erariale) gli sfrattati in albergo, e poi smembra le famiglie mandando madri con figli in casa per ragazze madri e padre e giovani all'albergo cittadino. Secondo noi il Comune, invece di spendere 2500 euro al mese per un anno per ospitare la famiglia in albergo avrebbe potuto pagare l'affitto alla stessa per 5 anni di un appartamento preso in locazione sul mercato privato». Il Sunia, continua Rebesani, ha spesso chiesto che il comune locasse un alloggio per la famiglia di sfrattati: «considerato un canone di 500 €/mese per un appartamento con 2/3 stanze, asciutto e dotato di tutti i servizi, anche in zona periferica, con la spesa di poco meno di 30.000 € il comune avrebbe potuto locare tale abitazione per quasi 5 anni. E' un caso evidente di spreco di una somma cospicua di danaro pubblico impiegato con scarsa efficacia, secondo una mentalità assistenziale e del "giorno per giorno" piuttosto che secondo una visione di programma nel tempo.
Questa settimana l'assistente sociale competente ha comunicato che nei prossimi giorni dovranno lasciare l'albergo perché il comune non vuole più pagare. Alcuni (il padre e i due figli maschi) verrebbero collocati nell'albergo cittadino (per quanto?) e la madre con la figlia in una struttura in via dei Mille che ospita soprattutto ragazze madri».
Il Sunia è contrario a tale soluzione e la giudica inaccettabile perché, sottolinea Rebesani: «viene comunicata /intimata perentoriamente (o accettate o avete la strada, non ci sono altre soluzioni), la decisione è dall'oggi al domani (non è previsto un tempo lungo ed adeguato per decidere e reperire - da parte del comune- un'altra soluzione: è una doccia fredda), sancisce l'inefficienza e l'immobilismo del comune, l'incapacità dei servizi sociali comunali di alzare lo sguardo oltre l'assistenzialismo (forse troppa fatica?), è un grave danno erariale alle finanze comunali con una spesa effettuata senza alcun costrutto né efficacia e quindi con lo spreco di quasi 30.000 €».
Stamattina il SUNIA, quindi, ha chiesto l'apertura di un confronto per reperire una soluzione che non tagli fuori la famiglia. «Ricordiamo - aggiunge il segretario del Sunia - che tale prassi inumana era propria della amministrazione di centro-destra di Hüllweck. Poi cambiò il colore politico e l'assessore Giiuliari cancellò tale pratica. Ora il contro- sinistra riprende quello che faceva il centro-destra! L'assessore Isabella Sala non ha ancora risposto alla richiesta unitaria dei quattro sindacati degli inquilini (Coniav, Sicet, Sunia, Uniat) depositata il 17 settembre 2013 a S. Rocco per la sollecita convocazione della Commissione per l'emergenza abitativa. Avrebbe dovuto farlo quattro mesi fa per affrontare con urgenza i vari casi di famiglie sfrattate. Ad oggi nulla».

Il dr. Roberto Rizzi, funzionario dell'assessorato, ha raccolto le doglianze del Sunia e della famiglia, ha preso atto delle loro richieste e, non potendo essere presente oggi l'assessore Isabella Sala, perchè «non informata per tempo» e «impegnata in un altro incontro», ha preso con lei appuntamento per ricevere tutti domani, martedì, alle ore 9.


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