"Il Sogno Capovolto", quattro appuntamenti contro la violenza sulle donne a Caldogno
Venerdi 17 Marzo 2017 alle 10:20 | 0 commenti
Una serie di incontri formativi, denominati "Il Sogno Capovolto", per aumentare la sensibilità sociale e culturale sul fenomeno della violenza di genere contro le donne: un problema purtroppo molto diffuso nella nostra società , tanto da essere presente con preoccupante costanza nelle notizie quotidiane di cronaca. Per questo l'assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Caldogno, si legge nel comunicato, invita tutti a partecipare ad un percorso articolato in quattro appuntamenti che si terranno per quattro martedì sera consecutivi (il 28 marzo, 4 aprile, 11 aprile e 18 aprile) presso la sala conferenze degli annessi di Villa Caldogno, sempre con inizio alle 20.30 e sempre ad ingresso libero.
Prevenzione, educazione, coinvolgimento e responsabilizzazione sono i capisaldi di questo progetto, che si articolerà in incontri molto interattivi, con la possibilità di assistere a testimonianze e documenti filmati, ma anche di dialogare e rielaborare insieme i vari aspetti di questo problema sociale. A guidare il percorso saranno le psicologhe e psicoterapeute Elpidia Ponzio e Roberta Visentin, specializzate in psicoterapia familiare ad indirizzo sistemico-relazionale, assieme alla scrittrice e presentatrice . Ideale "corollario" di questo percorso finalizzato alla conoscenza e al rispetto dell'universo femminile sarà l'originale spettacolo "Enciclopedia della Donna Perfetta", in programma sabato 8 aprile alle 21 nel salone nobile di Villa Caldogno, sempre ad ingresso libero. Una produzione della Piccionaia, in collaborazione con Dedalo Furioso, che vedrà protagoniste Stefania Carlesso e Paola Rossi con azioni coreografiche di Daniela Rossettini. Fra letture ispirate ai manuali femminili degli anni '50 e '60 e musiche, scoperte e ricordi, sorprese e risate, ci accorgeremo che inaspettatamente alcuni temi sono ancora attuali, e sotto alla patina del cambiamento si nascondono pregiudizi duri a morire, perché la nostra società è ancora figlia di quella cultura a prima vista superata.
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