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Silenzio a campo Marzo: cittadino inascoltato, in compenso è minaccioso Il Fiero... Carpenedo

Di Edoardo Andrein Martedi 8 Luglio 2014 alle 15:45 | 0 commenti

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Sembra che quando viene segnalato un problema a campo Marzo lo si voglia sistematicamente sminuire o nascondere. Forse perché campo Marzo deve essere rappresentato come un’oasi idilliaca, un paradiso nel cuore della città berica dopo l’attivazione della “task force” guidata dal consigliere comunale delegato per rivitalizzare l’area, il renziano Stefano Dal Pra Caputo.

Un’area, quella di campo Marzo, che pochi giorni fa aveva subito un altro “colpo”, dopo che all’ultimo momento è stato annullato per l'“impraticabilità” (leggi qui) l’appuntamento clou dell’atto finale del 19° campionato provinciale di beach volley nei due campi di sabbia allestiti. Un danno d’immagine, oltre che per VicenzaPiùTv che ha dovuto spostare la troupe e accontentarsi per la sua esclusiva di una cornice di pubblico limitata, sia per la città di Vicenza che per la Federazione Italiana Pallavolo, la quale prospettava un felice ritorno nel “cuore” di Vicenza dopo i trascorsi ai giardini Salvi e nella centralissima piazza Biade.

Non vorremo, ma dobbiamo, aggiungere qui parole sulle minacce ripetute via web  da Nino Carpenedo, già indagato per una presunta vicinanza ai casalesi e poi assolto, che così ci scriveva su FB: «Molto amareggiati per una notizia priva di fondamento e non verificata che avete pubblicato senza verificare la veridicità, quasi aver prestato il fianco a strumentalizzazioni politiche che nulla hanno a vedere con la realtà. Ci riserviamo di utilizzare tutti i mezzi legali atti a tutelare la nostra immagine ivi compreso l'ordine giornalisti».

E il nostro direttore al riguardo ci ha rilasciato questa dichiarazione: «pensate un po' se ci possono spaventare, di fronte alla volontà dei nostri lettori di essere informati, i mezzi legali proprio di Carpenedo se neanche ci preoccupano le minacce telefoniche da me ricevute da parte di tal S.F., che, poi, spaventato dalla mia solita, ferma reazione, si affrettava a dichiarare in una successiva telefonata: "non se la prenda con me, non c'entro niente, sono "loro" che stanno combinando casini...". Che la notizia, poi, non fosse stata da noi  controllata indica il livello di "impudenza" del Nino della già chiacchierara associazione Il Fiero, ma che fosse senza fondamento il giudizio tecnico della Fipav, che lo ha scritto e ripetuto, lo lasciamo giudicare ai lettori anche in base alla foto in copertina, scattata dopo i "fulmini" via web e via cellulare, e che pubblichiamo per (di)mostrare come ancora ieri, lunedì 7 luglio, ci fossero una donna, un uomo e un bambino (sì, un bambino) a spalare e sistemare la sabbia in un'area, peraltro non piana ma in discesa..., senza corrente, senza illuminazione e senza le caratteristiche, anche di sicurezza, che hanno portato la Fipav a spostare il suo Master dalle migliaia di spettatori possibili alle poche decine dell'impianto di Dueville... A meno che la Fipav non sia lei l'autrice delle terribili speculazioni politiche a cui allude Il Fiero Carpenedo...»

“In Campo Marzo si respira un'aria diversa, più serena, grazie soprattutto alla costanza del lavoro delle forze dell'ordine e dell'impegno dell'amministrazione comunale”, così aveva detto Nino Carpenedo dell'associazione culturale “Il Fiero” dopo l'accordo rinnovato con il Comune per gestire gli eventi del "Summer Village". Ora, invece, sono già volati i primi stracci con il classico rimpallo di responsabilità sulla vicenda beach volley, visto che, ripetiamo quanto ha ufficializzato più volte la Fipav, non sono state seguite le modalità specifiche per il montaggio regolamentare dei campi nonostante queste fossero note da tempo. Una vicenda sulla quale i principali media cittadini hanno fatto calare quel velo di silenzio a cui accennavamo all'inizio e che aleggia ogni volta che si tocca il tasto campo Marzo, una situazione che ricalca ciò che è avvenuto nel caso che ci racconta il signor Alessandro Lavarra e che ora vi riportiamo dettagliatamente sperando che non venga messo in croce anche lui, un cittadino qualunque che racconta a VicenzaPiù di essere stato “schedato” dopo aver segnalato alla polizia locale un episodio poco edificante nell’area.

“Ieri sera, attorno alle ore 20,30 – racconta Lavarra - sotto il portico del Caffè Moresco, nel suo turno di chiusura, c’era un gruppo di almeno 15 “scoppiati” con stereo ad alto volume, chi a torso nudo e scalmanato, chi più composto, ma tutti, per usare un eufemismo, sopra le righe”.

A quel punto da cittadino che non si volta dall’altra parte fregandosene, il signor Lavarra ha deciso di telefonare allo 0444545311, il numero del Comando dei vigili di Vicenza:

“Già esasperato dalle condizioni di anarchia in cui versa la zona e molto disturbato dalla sfacciataggine e dal volume di questa manifestazione ho chiamato la Polizia Municipale. Dopo la mia descrizione del fenomeno mi è stato risposto che non c’era nessuno da poter mandare sul posto perché tutti occupati e che, comunque, per queste cose avrei potuto anche rivolgermi al 113 o ai Carabinieri. A quel punto faccio notare al vigile urbano che non c’erano i presupposti visto che 113 e carabinieri intervengono per problemi di pubblica sicurezza e non per far rispettare le ordinanze, come invece mi pareva questo caso”.

E qual è la risposta arrivata dal Comando di Polizia Locale?

“Dopo avermi fatto ripetere le mie generalità, come se dovessero essere annotate, il vigile mi ha salutato e buonanotte”.

Ma Lavarra non si è perso d’animo e per cercare di risolvere la situazione ha composto il 113, il numero della Polizia di Stato:

“Un funzionario, meno seccato del collega municipale, mi ha confermato la competenza di questi ultimi e mi ha detto che avrebbe avvisato una pattuglia. Nella successiva mezz’ora, come temevo, non si sono visti né vigili né polizia”.

Insomma, una situazione paradossale per la quale sembra circolare una sorta di omertà nell’aria vicentina.

“Ritengo che senza il basilare rispetto delle regole – conclude amareggiato il signor Lavarra - la zona di Campo Marzo non potrà mai essere portata alla normalità: nulla possono la gestione del Moresco, i Summer Village, le reti da beach volley o le oasi del lettore per ridare dignità ad un posto che è abbandonato in primis dal Comune e da chi dovrebbe farne rispettare regole e ordinanze”.

E aggiunge, per far comprendere meglio la situazione:

“Provate a chiedere ad un barista che si è visto visitare dai vigili per il volume troppo alto o per un orario non puntualmente rispettato quanto gli è costato infrangere le regole, e in più, come ho sentito con le mie stesse orecchie, sentirsi anche dire: “non è colpa nostra, non possiamo non venire a controllare, è che ci hanno chiamati”.

Per campo Marzo, invece, le chiamate possono aspettare.


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