Opinioni | Quotidiano | Categorie: Politica

I calcoli

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 28 Marzo 2013 alle 23:30 | 0 commenti

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Con Maurizio Sangineto sono ben undici i candidati sindaco alle prossime amministrative di Vicenza e in questo proliferare è facile riscontrare un'analogia con la quantità di liste che hanno partecipato alle ultime politiche con gli esiti che ben conosciamo. Ma se i candidati sono tanti colpisce in particolare il numero di quelli del, diciamo, centrodestra in cui si sta per aggiungere il portabandiera del Pdl (Nereo Galvanin?) a Dal Lago, Cicero, Sorrentino, Sangineto, Meridio, Lovat, Marobin, Pittarello.

Se sul fronte del centro sinistra Valentina Dovigo appare più concentrata nel ridare un minimo di credibiltà a una sinistra "di sinistra" che a fare analisi sul fronte altrui, in molti si chiedono come impatti sugli obiettivi di Achille Variati e come nasca la parcellizzazione di un fronte che a livello nazionale trova sempre il collante di Silvio Berlusconi ma che in città non sembra possa compattarsi intorno a Manuela Dal Lago, la sicura vincitrice di cinque anni fa, sconfitta non da Variati ma da chi decise di non candidarla.

E proprio da quella decisione e dalla imprevista sconfitta di Lia Sartori nasce, secondo un attento osservatore della politica locale e non solo, la frantumazione attuale del centrodestra: «L'on.Sartori, che nel frattempo ha costruito una solida alleanza de facto con Variati, da un lato non può accettare che qualcuno riesca in quello in cui lei ha fallito, dall'altro, e soprattutto, non può rischiare che il suo asse con l'attuale sindaco venga meno scontentando, a dir poco, i suoi "sponsor" imprenditoriali. Ecco allora la nascita di così tante liste anti Variati, sulla carta, volute o favorite o anche solo ben viste dall'europarlamentare per non far vincere, ecco l'obiettivo vero, Dal Lago e far trionfare l'amico Variati».

L'ipotesi non fa una piega, la conclusione, però, potrebbe essere ben diversa dai calcoli fatti a tavolino dai manovratori nel back stage e dai protagonisti visibili della politica locale in base a schemi che le ultime politiche hanno dimostrato essere tramontati.

Liliana Zaltron del Movimento 5 Stelle non può, infatti, che gongolare per così tanta confusa concorrenza tra chi dovrebbe puntare al consenso dell'area che, culturalmente e storicamente, a Vicenza è maggioranza, cioè il centrodestra, e il vincitore a sorpresa del 2008, Achille Variati, che punta al bis investendosi della rappresentanza del centrosinistra ma puntando così tanto sulla "sua" lista e sul suo nome da imporlo (iconoclasticamente?) all'interno del simbolo del Pd dopo aver svuotato così tanto di midollo il Partito democratico da non fargli raccattare in tempo neanceh i candidati necessari a "riempire" la sua lista. Cosa mai vista finora, chiedere per credere a Giovanni Rolando, che da quella lista è fuggito così come hanno fatto in tanti nomi eccellenti, che, se pure sosterranno idealmente la campagna del Pd, di certo lo faranno con minore foga fisica. Cioè con meno schede al seguito di candidature tramontate.

Dai voti spalmati nel puzzle senza incastri del centrodestra e dai voti in fuga dal Pd trarrà vantaggio solo Liliana Zaltron, peraltro da un lato grillina quanto basta da aver avuto l'imprimatur del M5S e dall'altro signora, manager e mamma vicentina così, apparentemente, tranquilla da non spaventare neanche i baciapile vicentini. 

Lia, Manuela e Achille non potrebbe succedere che chi fa da sè, fa per tre?

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