Quotidiano | Categorie: Musica

Il primo maggio "Breganze in concerto" celebra il "Pae-saggio"

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 26 Aprile 2016 alle 10:35 | 0 commenti

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Acli Breganze
Ci vestiamo. Ci nutriamo di sapori, bellezza ed emozioni. Produciamo economia, e turismo. Tutto, grazie al nostro paesaggio. E poco importa che sia pianeggiante, ondulato, montano o marittimo: per chi ci guarda, l’Italia resta un paesaggio da sogno. Ma non sempre averlo sotto il proprio naso, aiuta a tutelarlo e ammirarlo. E’ a questa filosofia che s’ispira il tema dell’annuale appuntamento del primo maggio sulla collina vicentina di S.Lucia a partire dalle 15,30 con ingresso libero, per “Breganze in concerto” promosso dal Circolo Acli, interamente dedicato al “Pae-saggio”.

Dalla sommità di questa dolce collina che domina il borgo vinicolo, si udiranno note e riflessioni dedicate a quanto ci circonda: “In un momento così delicato per il nostro ambiente – spiega Oreste Fraccaro, delle Acli di Breganze -, ci sembrava doveroso che un appuntamento impegnato qual è il tradizionale concerto del Primo Maggio, fosse incentrato su ciò che  di più prezioso e fragile abbiano: il paesaggio terra”.
Il concerto sarà a detta del regista Antonio Gregolin, un autentico momento di contemplazione naturale: “Non solo perché ci troveremo su una collina e un belvedere che mostra il bello e brutto del nostro paesaggio, ma soprattutto perché vorremmo far sì che le melodie inedite che il pubblico udirà dalla voce avvolgente di Jessica Bertolani, definita come la Enya italiana, fosse un attimo fuggente per ciò che di bello è rimasto del nostro paesaggio interiore, come emanazione di quello esteriore”. Una “veduta sonora” sul paesaggio, interpretato con un gioco di parole “Pae-saggio”, con la saggezza che dovrebbe indurre l’uomo ad una coscienza collettiva sul bene comune che resta l’ambiente. Un’esperienza per certi versi quasi mistica, vista la singolarità della voce di Jessica Bertolani, che canterà in sette lingue, pezzi ispirati alle tradizioni popolari più arcaiche, accompagnata dai musici: Alberto Rossetto alle tastiere elettroniche, Sara Zampieri al violoncello, Paolo Ferrarini agli strumenti etnici. Più pragmaticamente sarà un tributo al paesaggio veneto, come pure alla forza e forma evocativa di quella terra forgiata dalla storia di cui gli italiani sono pregni. Si spazierà dai paesaggi sonori della piana padana, alle Dolomiti, fino alle dolci colline, fino al mare, intrecciati dalla voce della attrice Luisa Vigolo, che narrerà i testi scritti  da Gregolin, in un misto tra lirica e cronaca: “Se fossimo realmente coscienti – spiega il regista- di quanto stiamo perdendo, non servirebbe un concerto “per-sul-nel paesaggio”, perché avremmo davanti ai nostri occhi quell’armonia che invece ci manca”. Uno spettacolo impegnato “en plein air” di matrice impressionista, che sostituisce alle pennellate, i tratti sonori di uno spettacolo in cui allo spettatore basterà socchiudere gli occhi per viaggiare in quei paesaggi vicini e lontani, della memoria e anima. Una risposta al famoso ammonimento: la bellezza salverà il modo? l’armonia potrebbe salvare noi e il nostro pianeta”? “Credo che sarà invece l’armonia –spiega il regista- che salverà il nostro paesaggio e quindi noi tutti”.


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