Il prete anti camorra Patriciello racconta a Vicenza la tragedia italiana della "terra dei fuochi"
Venerdi 30 Maggio 2014 alle 20:06 | 0 commenti
La battaglia contro la "terra dei fuochi" è passata oggi, venerdì 30 maggio 2014, anche per Vicenza. Al Festival Biblico ha fatto visita la persona simbolo della lotta alla camorra e allo smaltimento illegale dei rifiuti: Don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, paese alle porte di Napoli. Patriciello con il suo parlare appassionato ha raccontato la storia di come è arrivato a contatto con quella che lui definisce un' “ecatombeâ€, motivo per il quale continua a girare l'Italia, preferendo venire nel profondo nord, a Vicenza, rispetto ad inviti da città del sud, perché è un problema che riguarda anche la coscienza di alcuni imprenditori del nord.
Una storia incredibile iniziata da prima che Patriciello decidesse di entrare in seminario a trent’anni per diffondere il messaggio di Dio:
“Facevo l’infermiere e ricordo ancora quella notte famosa di giugno in cui non si poteva respirare a causa del fetore che entrava dalle finestre: così ho cominciato, grazie a Facebook e a internet, a portare a conoscenza il problema coinvolgendo gli altri abitanti".
“Tutti sapevano, ma non si conosceva dove venivano seppelliti – spiega il parroco di Caivano - fino a che non hanno cominciato a bruciarli, pellami di vestiti, pneumatici, prima di notte e poi anche di giorno perché nessuno controllava!â€
“C’è una lista lunghissima di malati di tumore e leucemia in quelle zone - racconta amareggiato - ed è un dramma attuale ancora oggi. Quando ho incontrato l’ex ministro Annamaria Cancellieri ho portato 100 foto e lei ha esclamato: ma è un disastro! Mi avevano detto che era tutto finito!"
Ma di chi sono le colpe in questa torbida vicenda?
“Il danno l'ha prodotto la camorra, dalla quale mi aspetto di tutto, ma mi aspetto invece un comportamento diverso dagli industriali che hanno fatto affari con la camorra e dalla politica, che finora ha prodotto una legge con la quale arrestano gli ultimi della catena, riempiendo solo le carceri, e non i mandantiâ€.
(A seguire l'intervista video di VicenzaPiùTv)
Festival Biblico - Arriva in ritardo Don Maurizio Patriciello a causa del volo, “ripristinando l’umanità anche al nordâ€, come scherza il giornalista Alessandro Zaccuri dando il via all’evento ‘Terra promessa, terra dei fuochi†al Palazzo delle Opere Sociali, e a fine giornata saranno ben 4 gli aerei che il parroco di Caivano prenderà pur di esserci a testimoniare al Festival Biblico e pur di arrivare in tempo, domattina, per celebrare il matrimonio di due dei suoi giovani parocchiani che ogni giorno combattono contro i rifiuti tossici. Don Maurizio, il simbolo della lotta contro i rifiuti tossici, è un uomo forte, si vede subito, ma soprattutto un uomo appassionato che sa trovare anche la capacità di scherzare, di rendere più lieve un tema terribile, che riguarda tutti. Diventato parroco già trentenne nella speranza di occuparsi dell’anima dopo essersi occupato per 10 anni dei corpi facendo l’infermiere come capo reparto, Don Maurizio capisce ben presto che la Chiesa si deve occupare delle persone e non ne può fare a meno, anche quando ha a che fare con la camorra, con politici sordi, con industriali criminali. Umile come tutti i servitori di Dio, si anima e quasi grida quando racconta che cosa affronta ogni giorno: “Ho passeggiato per campagne vedendo discariche all’aperto con amianto sbriciolato laddove andavano a fare footing ragazzi giovani, da noi non esistono famiglie che non abbiano 2 o 3 casi di tumore, l’altro giorno è morta una ragazza di 22 anni in 20 giorni, ho portato al Quirinale 13 madri che hanno perso 13 bambini piccoli, io credo alle lacrime del presidente della Repubblica, ma i politici devono fare di piùâ€. Si commuove. Poi quasi si indigna: “Il decreto legge sulla Terra dei fuochi è un decreto piccolo piccolo, nato già con il peccato originale – non serve arrestare le persone che bruciano i rifiuti. Lo sappiamo chi sono, sono Rom, emigrati e disoccupati che vengono pagati 30 euro al giorno per questo, cosa facciamo, riempiamo le carceri con queste persone? Bisogna arrivare al mandante, perché lo Stato non si fa questa domanda? È importante dire che nella terra dei fuochi c’è stata la camorra e non c’è dubbio, ci sono stati gli industriali disonesti e non c’è dubbio, ma c’è anche stata una parte della politica che non ha voluto vedere. In Campania non vogliamo l’esercito, non vogliamo le cose straordinarie, i commissari straordinari, ne abbiamo avuti fin troppi. Perché non aumentiamo le forze in campo? Quelle restano per sempre, noi vogliamo che l’ordinario funzioni. Io sono molto contento di essere a Vicenza oggi perché c’è un altro grande tema che mi preoccupa molto: questo parlare di nord e sud. A Taranto, a Civitavecchia, a Sassari, c’è stato inquinamento a causa di industrie che ben conosciamo. Ma da noi c’è la campagna e tanta disoccupazione perché non ci sono aziende. Chi ha creato quei rifiuti? Tutti lo sanno che i rifiuti provengono da industriali disonesti e molti sono del nord. Per cui sono qui a dirvi: cancelliamo, anche nelle parole, questa divisione tra Nord e Sud, perché la terra dei fuochi è un problema di tutti e in molte parti di Italia esistono terre dei fuochi, che, tra l’altro, è una definizione che non deve diventare uno slogan. Dobbiamo fare qualcosa e non perdere mai la speranzaâ€.
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