Quotidiano | Categorie: Politica, Diritti umani

Il Pd di Vicenza raccoglie l'appello di Arcigay con una mozione in Consiglio Comunale

Di Citizen Writers Mercoledi 27 Agosto 2014 alle 17:49 | 0 commenti

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In merito a "Sì, lo voglio", la petizione popolare con cui si chiede che “il Parlamento approvi al più presto una normativa in linea con le disposizioni dell’UE, riceviamo tramite Anna Barbara Grotto e da alcuni  Consiglieri Comunali Pd (Bianca Ambrosini, Walter Bettiato Fava, Stefano Dal Pra Caputo, Alessandra Marobin, Lorenza Rizzini) e dai membri della Commissione Diritti Pd Vicenza (Luigi Poletto, Enrico Peroni) la nota che pubblichiamo insieme alla relativa mozione del Pd di Vicenza.

Il Partito Democratico di Vicenza sostiene da sempre ogni attività politica che vada nella direzione della creazione di una normativa che tuteli i diritti delle coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali. Negli ultimi anni diverse sono state le iniziative finalizzate a sviluppare un dibattito (convegni, volantinaggi, iniziative pubbliche di vario genere) a riguardo di questa battaglia e a garantire basilari diritti grazie a quanto l'autonomia comunale permette di fare (famiglia anagrafica).
Il quadro politico nazionale e le forze in Parlamento fanno pensare che oggi possa essere il momento buono per realizzare finalmente quelle riforme a garanzia dei diritti delle coppie di fatto di cui si parla da 15 anni e che sono realtà in tutti i Paesi dell'Europa Occidentale.
Per questa ragione sosterremo con forza l'iniziativa di Arcigay Vicenza "Sì, lo voglio" - che promuove una petizione ai presidenti di Camera e Senato finalizzata all'equiparazione dei diritti delle coppie omosessuali ed eterosessuali - aiutando nella raccolta firme nel corso delle prossime settimane.
Contestualmente, al fine di sviluppare un dibattito politico più completo, presenteremo nei prossimi giorni una mozione in Consiglio Comunale finalizzata a sostenere con forza il nostro Parlamento a legiferare nel senso auspicato (si veda mozione di seguito)

 

PREMESSO che

 

- nel Paese è in corso un dibattito giuridico e culturale, sull'estensione, in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso, dei diritti che l'ordinamento riconosce nei confronti di coloro che contraggono matrimonio, secondo le norme del codice civile vigente;

 

ATTESO che

-      Le ragioni addotte a sostegno di tale equiparazione prendono le mosse dell'applicazione de principi di cui l'art. 2 e 3 della Costituzione e del rilievo che i concetti di 'famiglia' e 'matrimonio' non possono restare cristalizzati alla sensibilità giuridico-culturale coeva all'adozione della Carta Costituzionale, posto che l'Assemblea Costituente nel redigere l'art. 29 Cost., intese riferirsi soltanto al matrimonio nel significato tradizionale di tale istituto, ascritto a persone di sesso diverso, così come disciplinato dal codice civile;

-      in molti Paesi, anche dell'Unione Europea, sono state emanate discipline normative che vanno nella direzione di una sostanziale equiparazione tra unioni omosessuali e matrimonio tra eterosessuali;

-      in materia sono state, altresì, emesse le Risoluzioni del Parlamento Europeo del 8.2.94, sulla parità dei diritti delle persone omosessuali, del 16.03.00, del 14.07.01, e del 04.09.03, queste ultime sulle unioni tra omosessuali e sul rispetto dei diritti umani nell'Unione Europea. Più recentemente la Risoluzione per una tabella di marcia dell'UE contro l'omofobia e la discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere del 04.02.14 in cui è stato richiesto di "ridurre gli ostacoli discriminatori di natura giuridica e amministrativa per i cittadini e le relative famiglie che esercitano il proprio diritto di libera circolazione". Queste risoluzioni, ancorché non vincolanti per gli Stati membri, hanno espresso un indirizzo chiaro nel senso dell'armonizzazione delle legislazioni dei diversi Paesi membri, nel quadro di una complessiva parità tra coppie eterosessuali ed omosessuali;

 

CONSIDERATO che

-      è compito di uno stato democratico e civile contrastare le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, mediante politiche atte a consentire ad ogni cittadino la libera espressione del proprio essere, il diritto al- l’autodeterminazione di ogni persona e la garanzia dell’accesso agli interventi e ai servizi a parità di condizioni;

-      la Corte costituzionale, con la sentenza n. 38 del 2010, ha riconosciuto tale fondamento costituzionale stabilendo che ' per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico';

-      con la stessa sentenza n. 38 del 2010 la Corte costituzionale ha altresì precisato che nella richiamata nozione di formazione sociale " è da annoverare an- che l'unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una con- dizione di coppia, ottenendone - nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge - il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri" ed affermando la necessità di un intervento del legislatore a fissare una disciplina generale ed organica su tali principi.


-      La direttiva 2004/38 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri e la direttiva 2003/86/CE del Consiglio relativa al diritto di ricongiungimento familiare impongono di dare completa attuazione a tali diritti

 

 

PRESO ATTO che

-         la Corte di Cassazione, I sezione civile, con la sentenza del 15 marzo 2012, n. 4184, ha affermato, proprio sulla scorta, in particolare, dell'art. 2 Cost., che i conviventi in stabile relazione di fatto (si trattava in questo caso di una coppia omosessuale) sono titolari del diritto di 'vita familiare', del diritto inviolabile di vivere liberamente la loro condizione di coppia e, in specifiche situazioni, del diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata, che possono far valere dinanzi all'autorità giurisdizionale;

-         La stabile relazione di fatto tra due persone caratterizzata da coabitazione , indipendentemente dal genere degli interessati, costituisce 'vita familiare' protetta dall'art.8 della Convenzione (europea) per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali (CEDU), firmata a Roma il 4 novembre 1950, entrata in vigore sul piano internazionale il 3 settembre 1953, ratificata e resa esevutiva in Italia con l. 4 agosto 1955, n. 848, come confermato da utlimo dalla Corte europea dei diritti umani nella sentenza del 24 giugno 2010 sul caso Schalk e Koof c. Austria (ric. 30141/04)

 

VISTE

-      - La mozione approvata Consiglio Comunale di Vicenza per la lotta all'omofobia nella Città di Vicenza il 18.12.2008 in cui si richiedeva alla Giunta di promuovere, anche tramite l’Ufficio Pari Opportunità e in coordinamento con le associazioni e

-      gli organismi operanti nel settore, iniziative volte a sensibilizzare l'opinione pubblica a una cultura delle differenze

-      - l' Ordinanza del Sindaco del Comune di Vicenza prot. n. 31889 del 07/05/2012 con cui si stabilisce il riconscimento delle coppie di fatto come previsto dalla Legge Anagrafica in vigore, mediante il rilascio di attestazione di famiglia anagrafica costituita da persone coabitanti legate da vincoli affettivi,

Il Consiglio comunale IMPEGNA

la Giunta ad attivarsi presso il Parlamento affinché

 

1.   garantisca nei modi e nelle opportune sedi il riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie formate da cittadini dello stesso sesso che intendono convivere stabilmente alla pari delle coppie civilmente sposate.

 

2.    risponda al più presto all’invito rivoltogli dalla Corte Costituzionale approvando subito una disciplina di carattere generale, finalizzata a regolare diritti e doveri delle coppie di persone dello stesso sesso e delle famiglie omogenitoriali, riconoscendo un diritto fondamentale.

 

3.   riconosca alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate ed alle coppie dello stesso sesso, parità di dignità rispetto alle coppie ed alle famiglie tradizionali soprattutto in campo fiscale, regime patrimoniale e diritti sociali.


4.    si impegni affinché tutte le famiglie siano al centro delle politiche di sviluppo sociale ed economico, riconoscendone il ruolo fondamentale per garantire progresso, equità e coesione sociale" o similari.

 

 


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