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Il Pd autolesionistico alle regionali con De Menech o Moretti? Il piano B di Variati

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 20 Giugno 2014 alle 01:32 | 0 commenti

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Sono iniziate le grandi manovre per le regionali anche in Veneto, una delle due regioni ancora in mano alla "vecchia" coalizione tra Lega e Pdl-FI che ricandiderà nelle "nuove" (?) vesti con ogni probabilità l'attuale governatore Luca Zaia, sempre che anche per lui non nascano inciampi e rinculi dalle attuali vicende giudiziarie legate al Mose e alla devastante, per tutti, tangentopoli veneta. E il Pd cosa fa?

Tutte le volte che il Partito Democratico parte con i favori del pronostico fa di tutto per perdere.

E con questo infausto presagio il PD di Renzi, che più favorito non si può dopo lo sfracello alle europee, cosa fa?

Leggendo i commentatori che sanno tutto di politica (Blaise Pascal diceva: «È molto più bello sapere qualcosa di tutto, che tutto di una cosa») sul nastro di partenza per la riconquista della Serenissima versione 2015 ci sarebbero in due, Robert De Menech, sindaco di Ponte delle Alpi, deputato, segretario regionale e dipendente pubblico, e Alessandra Moretti, ex vice sindaco di Vicenza, due volte onorevole, prima al parlamento italiano poi a quello europeo, top model del Pd e (ex?) avvocato.

Se chiedete in giro chi è De Menech vuol dire che... non lo sapete neanche voi, per cui eccolo lì Zaia gongolare forte della sua notorietà che già nel 2010 superò agevolmente quella di tal Giuseppe Bortolussi, che il Pd dell'epoca gli immolò masochisticamente.

Ma allora, direte, chi meglio della "preferita" alle europee nel nord estl, Alessandra Moretti, potrà battere il successore di Galan?

Intanto bisogna interrogarsi se passare dalle poche centinaia di voti alle amministrative di Vicenza alle centinaia di migliaia delle europee, anche se nelle 4 regioni della circoscrizione, sarà un miracolo ripetibile quando da un voto politico e di pancia come quello delle ultime consultazioni, in cui è successo tutto di tutto, si passerà a un voto amministrativo in cui la gente non si limiterà a seguire i talk show e a leggere le riviste gilettiane ma premierà  anche la fiducia in quelle capacità gestionali che, se arridevano all'esperta europarlamentare Deborah Serracchiani prima della sua vittoria in Friuli, non sono state di certo il forte della Moretti.

Diventata vice di Achille Variati solo per volontà di quest'ultimo, che poi nel quinquennio 2008-2013 ha dovuto coprire gaffes a go go  della sua "protetta", la bella controfigura al femminile del sindaco lo aveva ringraziato sfilandogli subito la possibilità di entrare nel direttivo nazionale del Pd e anticipando così una delle sue più indiscutibili caratteristiche: la capacità di saper svolazzare in politica tanto quanto la sue gonne a passeggio come ha dimostrato anche il suo repentino e cinico voltafaccia a Bersani, che nel 2013 l'aveva issata di forza fino al parlamento nel listino bloccato come sua portavoce prediletta.

Non basterà, quindi, interrogarsi sulla ripetibilità del miracolo della "moltiplicazione dei voti" a favore della signora in rosso del Pd, nata rosa nel centro destra di Carollo, ma bisognerà farsi un'altra domanda: se pure l'esame sarà superato per un altro  mistero dell'urna italica, che non dimentichiamo  in passato ha premiato gli impremiabili, Alessandra Moretti saprà gestire e rappresenterà il Veneto migliore, quello operoso della sua gente concreta, o il Veneto peggiore, quello che è espressione di un magma nefasto tra politica e interessi più o meno illeciti, capace di avvolgere anche un giurista come Giorgio Orsoni, di certo supposto come più ruvido della farfallina Ale?

Dovrebbe far riflettere e molto la cena della allora candidata all'europarlamento con Gianfranco Simonetto, presidente della Maltauro, nel giorno dell'arresto del suo ex ad Enrico Maltauro, conclamato datore di mazzette, cena organizzata per raccogliere fondi ancora nebulosi dai presenti alle libagioni pre elettorali.

E dovrebbe riflettere soprattutto lei, che, baciata dalla sorte (che ha assunto in sequenza le sembianze di Variati, Bersani e, quindi di Renzi, che sembra, però, più smart), dovrebbe capitalizzarla non rilanciando la scalata ma curando i suoi investimenti e quelli altrui (del partito, intendiamo...) facendosi conoscere un po' e come lei deciderà su qualche scena europea.

«Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?»: riferita alla migliore candidatura possibile alle regionali venete, e non a chi attraente di sicuro lo è, la domanda cerca risposte convincenti in casa Pd.

O altrove se Variati stesse realmente tessendo tele alternative, da navigato stratega come è, alla ricerca di un attraente piano B.

Senza allusioni a quello, globale, della competitor...


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