Il PalaVicenza e il "paron de casa" Nicolai: i saggi devono aspettare i play off. Che non ci saranno
Sabato 28 Giugno 2014 alle 22:18 | 0 commenti
“Dovranno essere prioritariamente garantite le partite e gli impegni sportivi di altre società sportiveâ€. L’assessore alla formazione con delega allo sport del Comune di Vicenza Umberto Nicolai, ex plenipotenziario di lungo corso del Coni vicentino, risponde così alle richieste di utilizzo del palasport di Vicenza per i saggio di fine anno 2015 presentate per tempo da alcune società .
Tra queste c'è una associazione, quella presieduta dal presidente Magrin, che poche settimane fa con il saggio del 2014 intitolato “Vicenza Città Bellissima†(guarda qui) ha portato alla ribalta, oltre allo sport, anche le magnificenze storiche della città di Vicenza, grazie anche alla diretta streaming su VicenzaPiu.Tv alla quale hanno assistito tanti vicentini e utenti in giro per l’Italia e per il Mondo.
Il tutto è andato in scena nella cornice del palazzetto dello sport di via Goldoni, tornato agibile proprio quest’anno dopo lunghi lavori di sistemazione, e nonostante qualche “scricchiolio†dalle coperture del tetto (leggi qui) registrati anche recentemente al nuovo tribunale, o in passato alla rinnovata piscina comunale.
Un palasport che è un mini impianto sportivo ridicolo per una città di cento mila abitanti come Vicenza, vista la capienza massima di spettatori (a malapena milleseicento, Bassano del Grappa ne ha due di cui uno da oltre quattro mila posti e Schio da quasi tre mila) e che a causa della sua "fragilità " e dello scarso numero di posti in passato ha costretto a emigrare squadre di vertice dello sport vicentino, dal basket maschile al volley femminile.
Ma è un impianto quello di via Goldoni che per le società ambiziose vicentine rappresenta l'unico palcoscenico per disputare le rispettive partite casalinghe. E nella riunione organizzativa di qualche settimana fa tra i rappresentati delle associazioni sportive che lo utilizzeranno nella prossima stagione, nel momento in cui c'è stata qualche frizione, secondo quanto riportato da alcuni dei presenti, l’assessore Nicolai avrebbe subito sedato le proteste con un perentorio:
“Il paron de casa son mi e decido mi cosa fareâ€.
E come accade nel momento di organizzare una festa, il padrone di casa invita a “banchettare†prima il gruppo di amichetti preferiti.
E per giunta con una motivazione che, a dar corpo agli spifferi fuori dal palazzo, saprebbe di ridicolo se fosse vera. Siccome, avrebbe detto e scritto l'assessore, il Palazzetto dello Sport nella prossima stagione sportiva sarà sede di gioco per le due squadre di basket e volley femminile di A2, ne andrebbero garantite con precedenza le partite e le attività per le fasi dei play-off.
Tutto giusto ma, se alcune o tutte le richieste fossero per giugno, mai nella storia i play off si sono disputate (nè mai si disputereranno) a giugno. Quindi o l'assessore ex Coni è poco informato pur avendo come braccio destro l'esperto assegnatore di spazi Diego Fontana o c'è qualcosa che non torna nelle regole già fissate per l'utilizzo dell'impianto e per le tariffe a cui è vincolato chi lo gestisce specialmente per eventi a fine di beneficenza. A meno che non siano in rampa di lancio modifiche e favoretti...
Approfittiamo dell'occasione per dire che forse sarebbe anche ora di smetterla di chiamarlo ufficialmente con il nome di un veneziano, PalaGoldoni, prendendo spunto dalla via in cui si trova.
Se proprio non si riesce a intitolarlo a un personaggio che ha fatto la storia dello sport vicentino, come accade nella maggior parte delle città italiane, lo si potrebbe chiamare semplicemente PalaVicenza: tutte le squadre farebbero pubblicità gratuita a Vicenza su tutti i calendari sportivi e su tutte le citazioni dei media per le partite fissate in casa.
A meno che chi lo avesse in gestione non fosse autorizzato a trovare uno sponsor che dia al "gestore" un vantaggio economico e al Comune una parte di questo, da utilizzare per alleviare le tariffe d'uso come avveniva nel recente passato quando una serie A, di vertice, c'era e pagava di più il Comune proprio per questo diritto.
Sempre che il paron de casa sia d’accordo e a meno che non voglia sempre usare i privilegi abituali del paron: fare favori in cambio di umana benevolenza.
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