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Il Paese a sua insaputa, anche a Ferragosto

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 15 Agosto 2013 alle 22:44 | 0 commenti

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A Vicenza per anni hanno giocato in migliaia tra rugbysti adulti e bambini sul campo dell'ex Dal Molin su un tappeto di decine di mega bombe della seconda guerra mondiale che erano un rischio latente e ignoto per tutti gli spettatori ma anche per gli utilizzatori dell'aeroporto e dell'aeroclub, i cui aerei decollavano e atterravano su una pista ... esplosiva.

D'altronde sempre in città si realizza il parcheggio Fogazzaro accorgendosi solo ora che va bonificato con una spesa di un milione di euro a significare l'entità e la rischiosità dei materiali tossici lì sedimentati in decenni e decenni. 

Per non parlare dei drenaggi della falda sempre sotto il Dal Molin distrutti o, a dir poco, danneggiati dalle migliaia di piloni di cemento della nuova base infilati nel terreno a insaputa di chi l'ha autorizzata anche se neanche si sa chi l'ha autorizzata con le modalità attuali.

Tutto questo in un'area in cui per molti cittadini, che ancora lottano per la trasparenza, gridano vendetta le enormità di metri cubi di cemento a Borgo Berga, colato sempre sopra acqua e rifiuti tossici, parrebbe, le allucinanti speculazioni dell'ospedale  "top secret" di Santorso, le chilometriche strisce di asfalto della nuova Valdastico "condite", questa è l'accusa, di scorie ferrose "proibite" anche e soprattutto delle acciaierie locali.

E poca cosa ancora appaiono le polemiche su costi e sconquassi della Spv  rispetto al terremoto in arrivo per le tangenti e le corruzioni milionarie (a decine) che stanno svelando le indagini circostanziate della procura veneziana sugli appalti preferenziali che i potenti del centro destra veneto hanno assegnato condividendo furbescamente piccole parti con la parte marcia degli interessi che fanno capo al centro sinistra per comprarne il complice silenzio.

E ci fermiamo qui perché è Ferragosto e non vogliamo turbare oltre gli amici di Silvio Berlusconi che trascorre tristemente le feriae Augusti (un imperatore d'altri tempi) da condannato dopo aver evaso milioni e milioni di euro, sette quelli incorsi nella sentenza, centinaia quelli che si è fatto prescrivere con leggi promulgate all'insaputa di chi non voleva vedere e che ora per lui chiederà o approverà la grazia.

Perchè, in fondo, quel povero ricco ha regalato milioni di altri euro (magari quelli che ha evaso) a insaputa del fisco a decine di belle e bisognose ragazze.

Che solo così hanno evitato di ingrossare le fila dei disoccupati e che oggi è giusto che non paghino l'Imu sugli appartamenti a loro intestati grazie al buon Silvio.

In un paese civile basterebbe questo per non definire come "politico" un tipo così. E ognuno dei suoi scherani, a destra e a manca.

Ma l'Italia è un Paese, sì. Ma solo a sua insaputa. 

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