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Il nostro giro in Fi'zi:k tra competitività mondiale e cuore nostrano

Di Federico Pampanin Sabato 1 Marzo 2014 alle 13:38 | 0 commenti

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Il brand racing di Pozzoleone ha aperto la strada ad alcuni giornalisti selezionati per svelare cosa c'è dietro i segreti del suo successo. Accettiamo l'invito e prima sorpresa, nessun segreto: gran parte della ricetta è ancora nelle mani delle maestranze, le idee in testa a una generazione giovane che ama rendere confortevoli le sfide, per altri impossibili. E così un traguardo alla volta restano in sella. Più a lungo.

 

DISTINGUERSI Fi'zi:k nasce nel 1996 come costola dall'azienda Selle Royal, oggi leader mondiale con avanzato livello di automazione. Decisiva è la scelta di dare vita a un prodotto tutto nuovo come il suo nome (la trascrizione fonetica di Phisyque), ma ancora handmade in Italy, nel solco di una tradizione che da mezzo secolo gratifica i lavoratori e la passione per le due ruote tra Padova e Vicenza. All'inizio solo due operai per una produzione di 35 selle al giorno; oggi sono una settantina in headquarter, e con Taiwan e USA raggiungono 25 milioni di euro il fatturato. Tra i valori aggiunti la cucitura manuale che consente di customizzare i colori del coprisella in microfibra anche all'ultimo istante; i rigorosi controlli qualità, l'innovativo ciclo completo di produzione adattati alle caratteristiche dei ciclisti fino al customer service. Semplice amatori o eccellenze del pedale, la filosofia è la stessa, dare ascolto e resa di estrema qualità: l'indice di gradimento sui social network sono impressionanti. A Fi'zi:k si affidò Ivan Basso, dopo il forfait al Giro 2013, e poté riprendere a pedalare senza più fastidi alla ciste da seduta grazie a modifiche realizzate step by step. E che lampo formidabile quella sella tutta Rosa confezionata per Salvatore Puccio, già all'alba della sua prima Maglia si distingueva in esclusivo pendant mondovisivo. Mentre da Cadel Evans al recentissimo Froome, da tre anni il vincitore del Tour del France arriva fino ai Campi Elisi pedalando su selle Fizik.


SOSTEGNO PER GLI ATLETI Se 9 dei 17 racing Team più forti al mondo hanno scelto il brand di Pozzoleone (come Cannondale, Garmin, Bmc, Sky, AG2R, Astana) un motivo c'è, lo spiega Nicolò Ildos, coordinatore responsabile delle sponsorizzazioni: "Ogni ciclista pro utilizza mediamente sei biciclette, resta in sella anche 7-8 ore al giorno, noi seguiamo 2500 atleti di tutto il mondo per discipline diverse e sfidanti, per le sollecitazioni del terreno e le aspettative sulla performance: ciclismo, cross, triathlon, mtb, ironman e il mondo donna su cinque continenti. Quindi non si tratta di piazzare una foto accattivante in copertina, ma di seguire da molto vicino le reali aspettative. Phisique intende il corpo umano e il suo benessere, e ciascuno è diverso: da un'esperienza all'altra il bagaglio di conoscenze è cresciuta e si espande come i risultati e la fiducia". Non semplici testimonial, a testare i prodotti è una squadra di atleti selezionati e tra questi abbiamo conosciuto De Gasperi (Ironman), Montaguti (ciclismo) e Fabian (triathlon), 10° alla sua prima Olimpiade a Londra 2012: "La magia di quel giorno è indescrivibile e non mi accontento. A Rio 2016 voglio il podio anche per la sezione dei Carabinieri di Padova che da anni mi offre l'opportunità di gareggiare. Il rapporto con Fi'zi:k è tarato su di me: io cerco di trarre il massimo e Fi'zi:k chiede il massimo, perciò sono ben contento di farlo"


NONSOLOSELLE Selle rivoluzionarie senza ‘naso' come Tritone, o leggerissime (Arione, appena 135 gr.). Ma nel 2005 l'azienda ha esteso l'offerta di prodotti ai nastri manubrio, e nel 2010 è partita anche la sfida delle scarpe e gli accessori per la calzata sui pedali. "Grande sfida" sottolinea Sarah Colpo, communication manager, tra una slide e l'altra di presentazione. Persino un pluridecorato David Millar si diverte a scrivere i testi delle sue sensazioni e resta al passo con la creatività e la solidarietà aziendale: Fizik gli ha donato una scarpa diversa ad ogni Classica che sarà messa all'asta per l'associazione Steps Projects a favore dei ninos de rua. Il giro termina qui, ma non prima di passare per la mensa interna all'azienda (tra ovazioni di stupore per lo stile country e le gioie del palato) che la proprietà di Selle Royal mantiene da sempre per agevolare i suoi lavoratori. Dalle forchette in carbonio, a quelle sulla tavola imbandita, il made in Italy da riscoprire, nel Nordest che vuole difendere i suoi valori, è anche ospitalità. Lasciamo Fi'zi:k e la gentile Agenzia di PR Say What con ritrovato ottimismo italiano. Appuntamento alla Granfondo il prossimo 27 aprile 

(c) RIPRODUZIONE RISERVATA


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