Il "non incontro" con il sindacato non firmatario: l'appello di Thibault e la solidarietà di Langella
Venerdi 21 Marzo 2014 alle 11:42 | 1 commenti
Dopo il "non incontro" con la direzione di Ava sulla questione della unificazione aziendale tra le municipalizzate vicentine Ava e Greta prevista per i prossimi mesi, Germano Raniero dell’Unione Sindacale di Base e Luc Thibault delegato Rsu/Usb Greta Alto Vicentino lanciano un appello chiedendo “a tutti coloro che credono ancora in un mondo diverso dall'appiattimento politico, sindacale e culturale che subiamo da anni, di prendere una posizione chiara e netta, sia su quello che è successo con la direzione di Ava, sia sugli ultimi accordi del 31 maggio e 10 gennaio fra Cgil, Cisl, Uil e Confindustriaâ€. VicenzaPiù offre volentieri spazio alle risposte di chi vorrà scrivere a [email protected]. Di seguito pubblichiamo quella arrivata da Giorgio Langella del PdCI.
Ho letto con attenzione il vostro appello e desidero esprimere la piena solidarietà mia e del PdCI alla RSU della Greta per la discriminazione nei suoi confronti. Ritengo che sia in atto nel nostro paese il tentativo di soffocare con leggi e accordi qualsiasi dissenso e qualsiasi conflitto. Vengono per questo discriminate le organizzazioni (politiche, sindacali, sociali) che non si omologano al sistema. La legge elettorale e il "Testo Unico sulla Rappresentanza" vanno in questo senso repressivo. La discriminazione della quale la RSU della Greta è stata oggetto NON HA ALCUNA GIUSTIFICAZIONE. Appellarsi a problemi "tecnico-giuridici" è, a mio avviso, un paravento (molto comodo ma estremamente odioso) che nasconde fini e obiettivi reali che è meglio (per "lorsignori") tacere. Giustamente scrivi che "non convocare USB è un fatto politico e non tecnico".
Concordo in pieno. Ritengo che contro le leggi e gli accordi che ledono la possibilità di essere rappresentati da chi si sceglie in libertà anche fuori dagli schemi stabiliti dall'alto si debba lottare strenuamente. E bisogna farlo anche con la piccola forza (o la debolezza) che, oggi, la sinistra e i comunisti hanno in Italia.
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Voglio aggiungere che e' veramente singolare che il sindacalista della CGIL Di Maria si autoproclami difensore dei lavoratori a differenza del sindacato USB,tutto intento a suo parere, a difendere interessi di bottega.
Io lavoro alla Stefani come operaio, e non mi sembra che li' i sindacati confederali,(Cgil,Cisl e Uil),ci tutelino come dovrebbero.
Siamo in contratto di solidarieta',che di solidarieta' a ben poco.
A fronte di lavoratori che hanno l'orario ridotto,di altri che hanno solo due giorni di rientro al mese,altri svolgono lo straordinario!
Cosa di per se illegale!
A molti lavoratori viene comunicato a voce dal capo reparto quando sono a casa,e vengono chiamati telefonicamente per il rientro.
IL sindacato tutto questo lo sa ma si gira dall'altra parte.
Vorrei aggiungere,che con gli accordi del 31 maggio e del 10 gennaio,il sindacato confederale tenta di far fuori i sindacati di base,specialmente il sindacato USB,che ha avuto un cosi' grande successo alle ultime elezioni RSU dell'ILVA di Taranto.
Vogliono far fuori il sindacato USB con l'aiuto di quei padroni,tipo il Paron Riva,che proprio a Taranto a finanziato la palazzina dove ha sede la Fiom!
Dov'erano in questi quaranta anni in cui Riva ha inquinato e fatto ammalare centinaia di lavoratori,bambini e abitanti di Taranto?
Dormivano?
Di questi esempi ce ne sono a bizzeffe,potrei continuare all'infinito!
Adesso con l'aiuto di confindustria, i sindacati complici espropriano i lavoratori del diritto di eleggersi i propri rappresentanti.
Questo lo si vede benissimo alla Greta,dove all'USB,che conta una sessantina di iscritti,viene impedito di sedere ai tavoli di trattativa,mentre non viene impedito ai sindacati complici che hanno un numero di iscritti pari alle dita di una mano.
Come se non bastasse,sono previste sanzioni e tribunali speciali (arbitrato), per i sindacati e lavoratori che si mettessero in testa di scioperare contro questi accordi capestro.
Tutto cio denota il panico per il forte malcontento che serpeggia fra i lavoratori rispetto la casta dei sindacati confederali.
Hanno inoltre paura ,specialmente la CGIL che sta perdendo grossi pezzi di iscritti a favore del sindacato di base,della crescita del sindacato stesso.
Solo cosi' si possono spiegare gli accordi di stampo fascista del 31 maggio 2011 e del 10 gennaio 2014.
Si illudono se pensano di fermarci cosi'!
Galvanin Roberto
operaio Stefani