Opinioni | Quotidiano |

Il metodo Renzi e il carro del vincitore

Di Citizen Writers Giovedi 29 Maggio 2014 alle 20:52 | 1 commenti

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Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo - Leggo su unita.it (che, penso, sia informata su queste cose) che Matteo Renzi ha "twittato" (ma quanto è moderno e giovane il nostro presidente del consiglio dei ministri ...): «Marianna Madia mi ha portato il report sulla consultazione della riforma PA: 34.674 email di proposte. Ci siamo #cambiaverso #italiariparte». 

È il metodo Renzi che, come scrive il sito del quotidiano del PD, funziona così: "si ascolta ma poi è il premier che decide con i ministri competenti e i collaboratori più fidati". Il “famoso” metodo Renzi. Mah. Sembra molto simile all'altrettanto “famoso” metodo Grillo. O no?

Leggo su altre testate digitali che il capogruppo di SEL alla camera (tale Gennaro Migliore ex PRC) ha iniziato a fare le sue avances a Renzi. Huffingtonpost.it scrive che Migliore, in un'intervista a “Repubblica” (vedi qui) «parla della prospettiva di un “soggetto unitario di sinistra”, formato da Pd e Sel». Ma qualcuno può spiegare a Gennaro Migliore che sarebbe utile e, forse, più corretto per tutti chiamare le cose (e, quindi, anche i soggetti unitari) con il loro vero nome, senza creare inutile confusione? Ormai sembra complicato affermare che il governo e il PD di Renzi siano o possano essere parte della sinistra. Sono, infatti, espressione di quel liberismo trionfante che è diventato, almeno in Italia, il pensiero unico e hanno decisamente lo sguardo rivolto verso confindustria e le esigenze di un capitalismo cialtrone che è principale responsabile della situazione disastrosa nella quale versa il mondo del lavoro. Ricordiamoci che Renzi, ricambiato, si è sempre dichiarato un "fan" di Marchionne (all'epoca del conflitto con la FIOM era dalla sua parte senza se e senza ma), che il PD (anche quando si collocava meno a destra rispetto a quanto non faccia oggi) ha votato le leggi “Fornero” su pensioni e mercato del lavoro, che il "jobs act" non va certamente nel verso di rendere più sicuro e meno precario il lavoro. Forse Migliore (e, si presume, una consistente parte di SEL) ha usato la lista Tsipras per un'operazione che aveva come obiettivo un'ammucchiata con il PD? O, forse, è solo un tentativo di occupare qualche posto importante? (l'obiettivo di spartirsi le poltrone che contano non è prerogativa solo della destra ma – ahimè – anche, e da troppi anni, di chi si autodefinisce di sinistra). Comunque nelle "avances" di Migliore a Renzi si percepisce un amaro retrogusto di opportunismo che non porterà a nulla di buono.

Leggo, su repubblica.it, che Fassina, alfiere (??) della sinistra (??) PD, in un'intervista dichiara che Renzi "Ha dimostrato grandi qualità: è l'uomo giusto al posto giusto". Nessun commento se non che la folla che vuole salire sul carro di Renzi (che asfalterà tutto e tutti a partire dalle privatizzazioni, dal ruolo del pubblico in economia e dallo Stato sociale ... alla faccia della sinistra) è enorme e fa di tutto per avere qualche elemosina da parte del vincitore.

Ho riletto più volte il comunicato della CGIL nazionale sull'esito delle elezioni. Non ricordo che esistano, da parte sindacale, prese di posizione così piene di “devota ammirazione” per il vincitore e così allineate con la politica che sta portando avanti il maggiore partito di governo. Le frasi del comunicato danno la sensazione di una resa verso chi, oggi, ha stravinto le elezioni europee. A voler essere buoni potrebbe essere solo una caduta di stile o un incidente di percorso, ma ho il timore che sia qualcosa di più serio che porterà il maggiore sindacato italiano a rivestire, nello scenario, un ruolo sempre più secondario e marginale. Sono sincero, spero di sbagliarmi.

Leggi tutti gli articoli su: Giorgio Langella, Matteo renzi

Commenti

Inviato Venerdi 30 Maggio 2014 alle 06:18

Uno solo comanda nella casa della sinistra, come ci ha ben insegnato Lenin, dopo chi riesce a far fuori i concorrenti come fece Stalin, Togliatti ecc. Non ci si deve stupire se Renzi ha adottato la stessa tecnica facendo fuori Letta e circondandosi di una corte opportuna anche a Vicenza.
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