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Il filo rosso tra 29 aprile 1975 e il 25 aprile 2014

Di Citizen Writers Martedi 29 Aprile 2014 alle 16:55 | 0 commenti

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Riceviamo da Elena Donazzan, Assessore Regione del Veneto e pubblichiamo - C'è un terribile filo rosso che collega queste due date nel capoluogo lombardo. Il 29 aprile 1975 si spense dopo 49 giorni di agonia Sergio Ramelli; 19 anni, massacrato a colpi di chiave inglese da 4 aguzzini di avanguardia operaia che neppure conoscevano la loro vittima. La sua colpa fu quella di aver scritto a scuola un tema sulle Br.

Le Istituzioni di allora rimasero colpevolmente silenti di fronte a quella tragedia perché si sa, quelli erano gli anni del "uccidere un fascista non è reato", dove fascista lo poteva diventare, per estensione, anche un ragazzo come Sergio che tra i suoi mille interessi che andavano dal calcio alla scuola, dagli amici alla ragazza, decise di avvicinarsi ad un movimento giovanile scomodo quale era il Fronte Della Gioventù.

Il 25 aprile 2014 un gruppo di vigliacchi dei centri sociali, a volto coperto, durante le celebrazioni in Piazza del Duomo, intona un coro inneggiando alla morte dei nostri due Marò (foto). 
Il Sindaco Pisapia, non ha ancora proferito parola su questo ignobile episodio che si è consumato nella sua città durante una giornata che dovrebbe segnare non solo la fine di un conflitto ma contestualmente l'inizio di una Pacificazione Nazionale che, ahinoi, pare sempre lontana.

Che questo filo rosso si possa chiamare comunismo o lucida follia è irrilevante, ciò su cui non si può discutere è la spinta criminale che anima certe azioni o certe affermazioni. Chi ancora oggi canta 10 100 1000 Nassirya durante un corteo, chi si augura la morte di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, chi danneggia la lastra del vetro che protegge il murales sul luogo dove è stato aggredito Ramelli, ripete gesti che 40 anni fa avevano conseguenze certamente più drammatiche, considerando che in quegli anni non si fermavano agli auspici ma passavano brutalmente ai fatti, ma ugualmente deprecabili.
Pisapia non ha ancora condannato i cori delinquenziali di venerdì e non ha mai partecipato, da quando è stato eletto primo cittadino, alle commemorazioni per Sergio Ramelli.
Forse queste scelte denotano una sorta di coerenza rispetto alla sua parte politica, alla sua connivenza con certi ambienti, non lo so.
So solo, per certo, di essere sempre stata fieramente dalla parte opposta. Dalla parte di chi non si dà pace nel vedere i nostri due militari vittime di un'ingiustizia che dovrebbe scalfire le coscienze di tutta la comunità internazionale; dalla parte di chi ogni 29 Aprile nel suo cuore urla Ramelli Presente!

Leggi tutti gli articoli su: Elena Donazzan, 25 aprile, Comunisti, fascisti, Marò

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