Il deficit italiano di democrazia civica e civile
Domenica 16 Agosto 2015 alle 23:13 | 0 commenti
 
				
		Il nostro è un Paese in cui un qualunque cittadino che abbia voglia di impegnarsi civicamente e civilmente per il bene della comunità può farlo solo se ha un grande pelo sullo stomaco, una perseveranza ostinata e se è immune da tentazioni di farsi coinvolgere nelle macchine tritasassi della politica politicante. Non sto parlando del cosiddetto volontariato teso ad aiutare i singoli in difficoltà , quello umanitario, religioso e non.
Tanto di cappello e  rispetto per chi lo fa. Sto parlando di chi, partendo dalla società  civile e restando in essa, fa analisi e critiche, proposte e azioni per  le modifiche dei nostri assetti economici, politici, sociali, civici.  Per il cittadino che si impegna in questo senso, se vuole andare avanti,  far sentire la propria voce, non limitarsi a stimolare il consiglio di  quartiere o, al massimo e nei piccoli centri, quello comunale, c'è oggi  solo una possibilità: entrare a far parte di una compagine partitica e  farsi eleggere in una qualche istituzione. L'alternativa è costantemente  essere nell'ombra con piccole eccezioni spesso solo legate a qualche  piccolo o grande scandalo.
Sembra - ed è -  la rappresentanza  istituzionale che ha l'unica e quotata considerazione da parte delle  istituzioni e dei media. Questo, a nostro avviso, accade perché l'Italia  non è un Paese attrezzato in merito, cioè non consente realmente altri  tipi di partecipazione che non siano quelli nelle istituzioni in seguito  ad elezione. E se consideriamo i metodi con cui negli ultimi decenni si  eleggono i vari rappresentanti istituzionali, stiamo parlando di  singoli che si devono genuflettere a quello o a quell'altro  capo-partito. Ci sono eccezioni, per carità: ma solo in piccoli contesti  dove, comunque e sempre, lo sbocco è solo l'elezione ad un consiglio  rappresentativo.
È il motivo per cui continuiamo a chiederci perché  in Italia non ci sono, per esempio, associazioni civiche che con le loro  azioni e iniziative riescano a condizionare le scelte dei governi ai  vali livelli (comunale, regionale e nazionale). Perché non ci siano  "potenti" organizzazioni dei diritti civili come, per esempio in Usa, la  Aclu (American Civil Liberties Union). Perché non ci sono "potenti"  organizzazioni dei diritti dei consumatori come, per esempio e sempre in  Usa, Consumers Union. Ogni tanto qualcuno prova a fare una qualche  associazione civica, ma rimane lì, nel suo orticello/ghetto. Qualcun  altro fa finta di esserci, ma sono quasi sempre filiazioni, derivati ed  espressione di altre realtà politiche, tipo i sindacati.
Inetti  quelli che non riescono ad andare oltre? Sì, ma non tanto. Noi crediamo  che questa inettitudine sia espressione del contesto. Che non favorisce,  non incentiva, non stimola l'impegno civico, se non -per l'appunto-  trasformandolo in ambito partitico. È un deficit di democrazia civica e  civile. Un deficit di metodi perché la cosiddetta società civile si  possa esprimere compiutamente senza dover necessariamente debordare nei  partiti e, quindi, nei governi istituzionali. Deficit di democrazia  significa tante cose. In termini culturali e istituzionali.
Culturali.  Quanta educazione civica ci viene insegnata nella scuola dell'obbligo?  Quanta educazione civica assimiliamo dai comportamenti talvolta  delinquenziali presenti nelle nostre istituzioni (specialmente quelle  regionali e locali)? L'evasione fiscale totalizzante è la  risposta/conseguenza a questo contesto culturale.
Istituzionali. Esempi a iosa, ma ne valgano due:
*  I cittadini che voglio partecipare al processo legislativo, o almeno  condizionarlo, sono letteralmente presi per i fondelli: proposte di  legge popolare che rimangono nei cassetti delle istituzioni a cui sono  rivolte. Referendum nazionali (nella attuale versione solo abrogativa)  concepiti perché non possano essere utilizzati, sia nella fase di  raccolta di adesioni che in quella del voto. E nei rari casi in cui  abrogano qualcosa (vedi finanziamento pubblico ai partiti), le  istituzioni direttamente interessate riescono sempre a vanificarli.
* Leggi per l'uso della cosiddetta class action (tra privati o verso le istituzioni) che sono una barzelletta.
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