Opinioni | Quotidiano |

Il cittadino è il vero Mediatore Civico

Di Citizen Writers Domenica 3 Novembre 2013 alle 21:10 | 0 commenti

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Carlos La Torre per la rubrica autogestita StranIeri, italiani oggi da VicenzaPiù n. 259 in distribuzione e sfogliabile comodamente dagli abbonati online - Parlare di conflitto è qualcosa che l’essere umano ha sperimentato dall’inizio della sua evoluzione e che, se guardiamo indietro, fino a ora non è stato mai cosi distante da poter capire la sua natura/gestibilità. 

Nell’ultimo decennio ha iniziato a comparire con più forza la terminologia Mediazione (antica come il conflitto), per far fronte alla diversità di conflitti che inondano il mondo moderno. Cosi oggi sentiamo parlare di Mediazione culturale, familiare, sociale, linguistica e cosi via. Questo ci deve far riflettere su come l’essere umano si senta interiormente e come non si possa fare a meno di eludere il problema. Cosi nel 2011 ho avuto la curiosità di partecipare a un corso di “Cittadino Mediatore Civico” organizzato dal Comune Di Vicenza “in collaborazione con l’Università di Padova, master in mediazione, ed con il patrocinio  dall’Assessorato alla Famiglia e alla Pace (servizi sociali e abitativi)”. La Mediazione civica è uno strumento neutro nella risoluzione dei conflitti con possibili ambiti di interventi: un quartiere, un parco, un condominio, nei servizi e uffici pubblici ed altri luoghi dʹinterazione sociale. Con la finalità di creare una realtà altra da quella propria ed esclusiva delle parti in conflitto. ossia che non appartenga a nessuno in modo esclusivo, ma che necessiti del concorso di tutti per essere generata e mantenuta. Un percorso formativo interessante che rafforza i legami sociali trasformando i conflitti in opportunità, permettendo così una concreta valorizzazione delle risorse del territorio. Tuttavia posso affermare a titolo personale che finché non ci sarà da parte dell’individuo (cittadino) la consapevolezza di assumersi la responsabilità di ciò che succede nella società continuando a delegarla (rimandarla) senza volerla affrontare direttamente, continueremo a essere i soliti spettatori di un destino che in questo senso ha poco di che far gioire. Ma, siccome sono ottimista, posso dire che i tempi sono maturi e che c’è il desiderio interiore di riprendersi in mano la propria vita e indirizzarla verso un mondo migliore, non in un futuro lontano o vicino, ma oggi, adesso, in questo momento: “Non esiste un percorso verso la felicità, la felicità è il percorso”


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