Il calcio "integra": premiate a Verona ragazze vicentine figlie di immigrati
Mercoledi 17 Aprile 2013 alle 01:09 | 0 commenti
Mattia Pilan responsabile immigrazione Sinistra Ecologia Libertà  - Questa foto è stata scattata sabato scorso 13 aprile a Verona davanti all'Arena in piazza Bra, in occasione della premiazione del progetto Integrare con lo sport, con la partecipazione di una delegazione dell'Unione Immigrati di Vicenza e della società sportiva Vicenza Calcio Femminile, presente con oltre 50 atlete.
Tale progetto è nato dalla constatazione che tra le ragazze che praticavano questo sport non vi erano figlie di immigrati provenienti da paesi extra-europei: ci siamo chiesti quali erano i motivi di questa assenza, meno evidente in campo maschile, e la risposta che ci siamo dati è stata che i motivi erano sia di ordine economico che culturale. Le ragazzine provenienti da famiglie di immigrati scontavano primariamente una mancanza di risorse economiche dovute all'incalzare di una crisi che ha colpito in modo pesante le fasce più deboli della società , ed in secondo luogo un'arretratezza culturale che vedeva le donne relegate ad un ruolo casalingo che mal si conciliava con la pratica sportiva. Il progetto 'Integrare con lo sport' si è quindi posto l'obbiettivo di rimuovere le cause economiche che fungevano da ostacolo alla partecipazione delle ragazze della 'seconda generazione' di immigrati, cercando altresì di rimuovere anche gli ostacoli di ordine culturale attraverso i contatti con i rappresentanti delle comunità presenti nel territorio. Questo progetto si è quindi realizzato con la collaborazione della societÃ
sportiva Vicenza calcio femminile e dell'Unione Immigrati di Vicenza con il Comune di Vicenza, che ha finanziato l'iscrizione alle attività sportive di una ventina di ragazze appartenenti alla seconda generazione di immigrati. Faccio notare, per inciso, che le ragazze nella foto sono nate in Italia e vivono qui da almeno 10 anni, ma non hanno diritto alla cittadinanza italiana, perchè nel nostro paese, a differenza di molti altri paesi europei, non è riconosciuto il cosiddetto Ius soli, ovvero il diritto di acquisire la cittadinanza del paese in cui si nasce.
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