Il 5 aprile per Poetry Vicenza il sudafricano Roger Lucey
Lunedi 4 Aprile 2016 alle 18:01 | 0 commenti
Comune di Vicenza
Domani martedì 5 aprile, alle ore 18, alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, Marco Fazzini presenterà l’artista sudafricano Roger Lucey. Si tratta del quarto incontro di Poetry Vicenza 2016, la rassegna di poesia contemporanea e musica promossa dalle Gallerie d'Italia di Palazzo Leoni Montanari e dal Comune di Vicenza - assessorato alla crescita in collaborazione con l’associazione TheArtsBox, il
dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati di Ca’ Foscari e il Festival Vicenza Jazz.
Roger Lucey è cantautore, scrittore, giornalista, rocker, regista e girovago, nella migliore tradizione dei troubadour occitani o degli hobo americani. Fu protagonista del panorama rock alternativo degli anni settanta a Durban, in Sud Africa, fino al momento in cui la sua carriera fu stroncata dai servizi segreti sudafricani. Paul Erasmus, un ufficiale al tempo dell’apartheid, lo chiamò 15 anni dopo al telefono, confessandogli di avergli rovinato l’attività di musicista per motivi politici. Nel frattempo, per poter sopravvivere, Roger aveva fatto di tutto, incluso il cameraman nelle zone calde dell’Africa. La storia della sua vita è contenuta nell’autobiografia Back In from the Anger (2012). Tra i documentari e i film da lui diretti: Aria del Africa, un film sul cambiamento dell’opera in Sud Africa; The Road to
Then and Now, su un viaggio del fotografo Paul Weinberg; Leading Like Mandela, una prospettiva sui sei principi che hanno distinto la leadership di Nelson Mandela; Mandela, serie in cinque puntate su Nelson Mandela; Desmond Tutu, documentario biografico di due ore dedicato a Tutu. Tra i suoi principali dischi ricordiamo: The Road is Much Longer (1979); Half-A-Live (1980); Running For Cover (1990); 21 Years Down The Road (compilation, 2000); Gypsy Soul (2002) e il recente Now Is The Time! (2015).
Breve nota sulla sua autobiografia: "Ero in procinto di registrare il primo disco, suonavo in tutti i maggiori festival, si occupavano di me sui maggiori quotidiani e sulle riviste del paese. Ovviamente, le radio locali si rifiutavano di mandare in onda le mie canzoni. La radio non era altro che un portavoce della crescente autocrazia nazionalista del governo. Ma non importava. Proprio quando sembrava che dovessi ricevere un serio riconoscimento, iniziarono a succedere strane cose. I concerti mi vennero cancellati; i promotori rifiutarono di parlarmi o di richiamarmi; le relazioni con la mia etichetta discografica si raffreddarono rapidamente. Avevano giurato di appoggiarmi qualunque problema fosse insorto, e invece cambiarono idea da un giorno all’altro. E poi, nel bel mezzo della notte, fui svegliato dalla polizia che fece irruzione a casa mia. Mi resi conto che stavo nel mezzo di una battaglia che non avrei mai vinto. La mia vita stava cadendo a pezzi."
Ingresso libero e fino a esaurimento dei posti disponibili.
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