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I Marzotto indagati per evasione transano. E risparmiano
Sabato 18 Maggio 2013 alle 00:50 | 0 commenti
Varie agenzie di stampa tra cui Reuters hanno battuto ieri la notizia che «i membri della famiglia Marzotto e gli amministratori del gruppo indagati per evasione fiscale hanno sanato la loro posizione con il Fisco versando all'Agenzia delle entrate 56 milioni di euro... La procura di Milano aveva chiuso all'inizio di aprile l'inchiesta con l'ipotesi di reato di omessa dichiarazione dei redditi nei confronti di 13 persone, fra membri della famiglia Marzotto e amministratori del gruppo, per una contestazione di imposte evase per circa 72 milioni di euro di Ires per il 2007...
La transazione con il Fisco potrebbe in teoria mettere in forse la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura e aprire anche la strada a un'archiviazione, ma su questo al momento non ci sono certezze, riferisce una delle fonti».
Della serie chi è ricco (e se tanto ricco è meglio) riesce sempre a patteggiare e pagare meno di quanto richiesto. Il patteggiamento di 56 milioni per tentare di evitare il processo e risparmiare (anche) 16 milioni permette di fare qualche considerazione. Primo, il patteggiamento e il pagamento di una cifra considerevole fanno sorgere il ragionevole dubbio che sia un'ammissione di colpevolezza. Secondo, se la procura di Milano ha contestato un'evasione di 72 milioni, perché accettare una transazione per un importo considerevolmente più basso? Accettare il patteggiamento al ribasso è una specie di "depenalizzazione" del reato di evasione e una implicita "ammissione" di come, per qualcuno, sia conveniente evadere le tasse dovute. In definitiva da questa vicenda (come da tante altre) si evince che se si evade e si viene scoperti, si "rischia" di pagare meno del dovuto. Non mi sembra sia giusto nei confronti di chi le tasse le paga tutte e subito.
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