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I fiumi si stanno alzando: la denuncia di Gianni Padrin del Comitato Alluvioni

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 31 Marzo 2013 alle 22:41 | 0 commenti

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Riceviamo da Gianni Padrin, Marola, del Comitato Alluvioni e pubblichiamo
I fiumi si stanno alzando. Non è che sono stanchi di stare seduti. Sembrerà strano ma è vero, il loro letto continua ad alzarsi, riempiendosi di ghiaioni e sedimenti. Sembra una banalità, ma da come è la situazione dei nostri corsi d'acqua, sembra che i Consorzi di Bonifica, la regione e il Genio Civile non lo sappiano. In compenso sembra che sappiano bene perché e come fare i bacini per lo stoccaggio del picco di piena.

In realtà se domandi i particolari, non sanno una beata m... La cosa certa è che con la pulizia degli alvei non c'è la possibilità di barare o di prendere "percentuali", mentre se il bacino di Caldogno costerà 42 milioni, potrebbe scapparci qualche soldino, come previsto dalle possibili modifiche migliorative in fase di lavoro, con costi e decisioni da parte della ditta. Se si farà quel bacino, verrà fatto da un'altra parte, perché se cominciano a prelevare terra per fare gli argini, esce talmente tanta acqua da seppellirli tutti, anche col secco, e gli agricoltori lo sanno bene. Allora, visto che forse "non sanno", o fanno finta di non sapere, noi gli insegnamo un pò di idro-geologia: 1) Da 3 miliardi di anni, l'acqua che scende sulle cime delle montagne si porta con sé i detriti della disgregazione delle rocce; 2) Questi, prima o dopo finiranno al mare, ampliando la pianura e facendo ritirare il mare; 3) Nel tempo in mezzo, però, l'acqua torrenziale deposita la maggior parte del detrito lungo il suo corso, innalzandolo, sia nel letto che lungo le rive e nelle golene. Prima delle regimentazioni delle acque da parte dei rivieraschi, il deposito grossolano faceva diventare pensili i torrenti; il limo e le sabbie facevano altrettanto per i fiumi che scorrevano liberi in pianura, innalzando tutta la sezione che poteva essere anche di qualche centinaia di metri. Lo vediamo bene in via Strada Alta a Caldogno, dove l'antica carrareccia, oggi asfaltata, non era altro che il letto sassoso del Timonchio. Diventato troppo alto, l'acqua si trovò uno sbocco più basso da un'altra parte. Questo poi innalzerà un'altra zona bassa e questo processo capita migliaia di volte in milioni di anni, innalzando continuamente la pianura. Infatti i dintorni di Caldogno sono tutto un saliscendi. Un chiodo di ferro è stato trovato a 10m di profondità a Colzè, quindi 10m di sedimenti in 2300 anni. Le foto scattate dopo l'alluvione e quelle di qualche decennio fa o del giorno prima, parlano chiaro, come le notizie dei nostri vecchi. La sistemazione di alcuni argini sul Timonchio ha ben messo in mostra come cento anni fa il fondo dell'alveo era 3 metri più basso. Nel Timonchio alto è impressionante la quantità di ghiaioni, sabbie e limo depositati sul fondo, riducendone di molto il flusso; i ricordi di una nostra mezza vita attiva non ci fanno conoscere la realtà, perché il deposito è minimo, ma alluvioni dopo alluvioni, il lume degli alvei si riduce sempre più.
Sperare che questo non succeda più, è solo imbecillità, oppure nascondere la verità, quando ci sono delle "convenienze". Che abbiano capito ?


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