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I dati sugli infortuni diffusi da SPISAL di Vicenza: li illustra Celestino Piz

Di Edoardo Pepe Giovedi 31 Luglio 2014 alle 23:30 | 0 commenti

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Il dott. Celestino Piz, direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell'Azienda Socio Sanitaria Locale n. 6 - Dipartimento di Prevenzione, ci rende nota la registrazione degli infortuni del primo semestre 2014 fatta dallo SPISAL di Vicenza e la proiezione sul 2014 on questa premessa: «Ho provato a mettere anche delle cose che non fossero i "freddi numeri" descrivendo alcuni infortuni gravi e quelli mortali (accaduti nel primo semestre) e la preoccupazione che abbiamo in merito al fatto che la crisi faccia scadere le condizioni della sicurezza al lavoro».

Celestino Pizi ha deciso di inviare oggi questo materiale «perché le aziende si fermeranno per un po' e potrebbe essere un momento di bilanci e di decisioni (speriamo buone)». 
A corollario di tutto Piz allega una serie di interessanti grafici (clicca qui) e la tabella seguente in cui sono riportate le modalità di accadimento degli infortuni mortali nel Veneto negli anni 2008 -2013 con una proiezione per il 2104 ricavata partendo dai dati del primo semestre di quest'anno.

 

Anno

Totale infortuni e variazione %

 

Acciaieria/Chimica

Totale infortuni e variazione %  

Metalmeccanica Totale infortuni e variazione %

Manifatturiero

Totale infortuni e variazione %

Edilizia Totale infortuni e variazione %

Servizi Totale infortuni e variazione %

2008

4356

(-10)

277

(-26)

1025

(-10)

546

(-2)

633

(-14)

914

(-1)

2009

3123

(-28)

186

(-33)

574

(-44)

326

(-40)

459

(- 27)

759

(-17)

2010

3830

(+23)

268

(+44)

739

(+29)

418

(+28)

486

(+ 6)

933

(+23)

2011

3475

(-9)

232

(-13)

639

(-13)

365

(-13)

492

(- 2)

862

(-8)

2012

2758

(-21)

185

(-13)

555

(-13)

318

(-13)

362

(- 26)

641

(-26)

2013

2376

(-14)

138

(-25)

492

(-11)

194

(-39)

221

(- 39)

656

(+2)

2014*

2617

(+10)

145

(+5)

592

(+20)

199

(+3)

265

( +20)

731

(+12)

Utilizzando i dati inviati quotidianamente dal Pronto Soccorso, lo SPISAL di Vicenza tiene monitorato l'andamento degli infortuni in generale e per singole aziende effettuando il confronto con gli anni passati.

«Adottando le curve di distribuzione degli anni precedenti - dice il direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro -, abbiamo effettuato la proiezione di quanto potremmo registrare a fine anno. Nella tabella che precede si riportano i dati dal 2008 con le variazioni di ciascun anno rispetto al precedente e le proiezioni per il 2014 (in rosso sono riportati i valori in aumento)».

 

I dati del 1° semestre 2014 confermano come sottoliena Piz, «la tendenza all'aumento degli infortuni già registrata nei primi mesi. Nella lettura della tabella bisogna però tener conto che la progressiva e consistente riduzione degli infortuni sul lavoro che si è avuta in questi anni si ripercuote anche sul peso delle variazioni percentuali calcolate anno su anno: osservando la seconda e la terza colonna, la diminuzione del 10% che è stata registrata nel 2008 rispetto all'anno precedente corrisponde a circa 450 infortuni in meno mentre l'aumento del 10% attribuito al 2014 rispetto al 2013 equivale a 240 infortuni. Ciò non toglie comunque che il 2014 presenti una inversione di tendenza che dobbiamo prendere in considerazione. Negli ultimi anni infatti, con l'eccezione del 2010, gli infortuni si sono costantemente ridotti in tutte le attività».
Se la forte riduzione del 2009 (-28,3% del totale) e degli anni successivi era in buona parte legata alla crisi, la ripresa produttiva può essere accompagnata da un "fisiologico" incremento degli infortuni. «Dobbiamo però far in modo - esorta Piz - che questo incremento sia limitato quantitativamente e anche sotto il profilo della gravità degli eventi. Le aziende sono infatti in grado di garantire che nel nostro territorio la ripresa produttiva avvenga in maniera "controllata" dato che in questi anni sono aumentate le conoscenze, l'attenzione e l'organizzazione per la prevenzione nei luoghi di lavoro. Questo riguarda in primo luogo le ditte che si sono dotate dei sistemi di gestione previsti dalle norme».
Dalle note si rileva che per parte sua, lo SPISAL in questi anni si è occupato dei comparti produttivi più pericolosi e con maggior numero di addetti (metalmeccanica - acciaierie - fonderie - edilizia - plastica - chimica e legno). Ora, pur mantenendo gli interventi ispettivi nelle lavorazioni indicate dalla Regione (edilizia e agricoltura) sta mettendo in atto azioni di assistenza e controllo in comparti più piccoli e con minor rischio (autofficine - lavorazione carni - panificazione e, in fase di avvio, la grafica).
L'edilizia merita un discorso particolare perché si tratta del comparto a maggior rischio di infortuni mortali e gravi. Per questo rientra in specifici piani nazionali e regionali e viene costantemente tenuto sotto controllo anche nel nostro territorio.

«Dalle notifiche inviateci dai committenti - aggiunge o studioso -, risulta che il numero di lavori in esecuzione si mantiene elevato anche nel 2014. Lo SPISAL, nel primo semestre, ha controllato 426 cantieri (pari al 53% di quelli notificati) con sopralluoghi ispettivi in quelli che presentano le lavorazioni più rischiose. A proposito degli infortuni gravi, vogliamo riportarne alcuni accaduti in questo periodo per gli aspetti emblematici che mettono in luce:
a) durante lo svuotamento del carico che doveva avvenire inclinando il cassone che stava su un automezzo, il cassone scivolava verso il lavoratore imprigionandogli una gamba. Il cassone è scivolato perché non ancorato nei quattro punti predisposti sul mezzo. Questa "svista" attribuibile al lavoratore e a tutta la catena di controllo, poteva provocare anche un grave incidente stradale dato che il cassone risultava sganciato anche durante il trasporto;
b) diversi infortuni sono stati provocati da macchine marcate CE, segnalate poi al Ministero della Sviluppo Economico ai fini della regolarizzazione (o blocco) sul territorio nazionale. L'aumento di queste segnalazioni, accompagnato da altri infortuni avvenuti su macchine non marcate (due presse, di cui una sequestrata e un tornio usato impropriamente per una lavorazione non prevista quale la lucidatura), indicano un calo di attenzione in merito alla sicurezza sia da parte dei costruttori che degli utilizzatori di macchine, e questo è veramente pericoloso;
c) in un infortunio che poteva essere mortale per schiacciamento del lavoratore (cedimento di un cric con cui si stava sollevando un camion), il lavoro era stato affidato a persona che non aveva l'esperienza necessaria e non era stata formata e ha quindi utilizzato attrezzature inidonee. In questo caso, come in molti altri simili che abbiamo registrato, l‘idea iniziale di poter "risparmiare" affidando il lavoro a persone o ditte non idonee, si trasforma in un disastro (per il lavoratore e per l'azienda).

I due infortuni mortali accaduti nel 2014 hanno avuto la seguente dinamica:
a) schiacciamento tra parti fisse e parti mobili di una macchina su cui si stavano eseguendo le pulizie (la zona poteva essere protetta);
b) ribaltamento di un trattore (l'arco che protegge in caso di ribaltamento era abbassato)
».

In generale le modalità con cui accadono gli infortuni mortali e gravi si ripetono nonostante gli allarmi che annualmente sono rivolti alle aziende e alle parti sociali.

Per questo il dott. Celestino Piz nella tabella scaricabile qui ripropone la lista delle 6 modalità più frequenti con cui, nel Veneto, sono accaduti gli infortuni mortali negli anni 2007 - 2013. I dati sono ricavati da tutte le indagini svolte dagli SPISAL veneti e possono essere un utile promemoria per evitare di esporsi a rischio.

Se lo SPISAL resta a disposizione per ogni informazione necessaria sul sito www.ulssvicenza.it sono presenti vari documenti riguardanti la sicurezza dei comparti lavorativi e le risposte ai quesiti che ci vengono posti.

E così conlcude il dott. Piz: «Oltre a "fare il punto" sull'andamento degli infortuni, il messaggio che vogliamo lanciare è che alla ripresa dell'attività lo SPISL interverrà a tappeto nelle aziende che presentano indici di frequenza e di gravità degli infortuni più elevati delle altre dello stesso comparto produttivo. Anche per questo è bene che le aziende mantengano alta l'attenzione alla sicurezza sul lavoro».

 

 

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