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I dati a Vicenza e in Veneto sulla crisi del lavoro: questa è la vera emergenza

Di Giorgio Langella Domenica 28 Luglio 2013 alle 23:37 | 0 commenti

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I dati sulla crisi del lavoro nella nostra provincia e nel Veneto a fine giugno evidenziano come quella occupazionale sia la vera emergenza del paese.
Aperture di crisi.
Nel primo semestre del 2013, in provincia di Vicenza, sono entrate in crisi 155 aziende. I lavoratori coinvolti sono 2.528. Nello stesso periodo del 2012 (gennaio-giugno) le aperture di crisi furono 102 con 1.895 lavoratori coinvolti. In Veneto le aziende entrate in crisi sono 977 (furono 671 nello stesso periodo del 2012), i lavoratori coinvolti sono 21.123 (nel 2012 furono 15.468).

Cassa integrazione
A Vicenza, le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria sono 2.196.459 (2.157.343 nello stesso periodo del 2012). Le ore di cassa integrazione straordinaria sono 3.282.916 (nel 2012 furono 2.463.109). Per la cassa integrazione in deroga sono state autorizzate 5.186.132 ore (nel 2012 le ore autorizzate furono 2.834.522). Le ore autorizzate totali a Vicenza sono 10.665.507 (corrispondenti a 12.927 lavoratori). Nel 2012 le ore autorizzate totali furono 7.454.974 (9.036 lavoratori).
In Veneto le ore totali autorizzate sono aumentate da 44.880.175 del primo semestre del 2012 a 63.005.296 del 2013 (pari a 76.370 lavoratori).
Lavoratori in mobilità (legge 223/91 - licenziamenti collettivi)
Nel primo semestre del 2013, in provincia di Vicenza i lavoratori licenziati con inserimento nelle liste di mobilità sono 1.042. Nel 2012 gli inserimenti in lista di mobilità furono 679.
In Veneto i lavoratori licenziati e inseriti nelle liste di mobilità sono 5.909 (nel 2012 furono 3.830).
I dati non mentono. Evidenziano una situazione che diventa sempre più drammatica per chi vive del proprio lavoro. È il declino del nostro sistema produttivo, il risultato di un modello di sviluppo spaventoso che ha permesso e incentivato qualsiasi tipo di speculazione portando al disastro il tessuto industriale del paese. È il risultato dell'assenza di una politica industriale seria ha prodotto lo sfacelo occupazionale e il crescente impoverimento di fasce sempre più vaste di popolazione.

Mentre succede tutto questo il "governo delle larghe intese" rinvia qualsiasi decisione. Aspetta ... di vedere se Berlusconi sarà condannato anche in Cassazione o se ci sarà qualche tipo di rinvio che lo possa salvare con la prescrizione. Aspetta ... che il PD risolva i propri problemi su chi sarà il prossimo segretario e da chi sarà eletto. Vuole rendere il lavoro sempre più precario (la chiamano "flessibilità in entrata") e minaccia di modificare la Costituzione in senso presidenzialista al fine di consolidare il loro potere oligarchico che sta occupando e umiliando lo Stato. Questi "signori", che si limitano a qualche proclama e qualche frase di circostanza, non fanno nulla per contrastare la disoccupazione e il trasferimento del lavoro in quei paesi dove è più facile sfruttare lavoratori e ambiente. Non fanno nulla perché non è utile né conveniente per loro e per chi li manovra. Restano là, incollati alle poltrone, rinviando e pregando che non ci siano conflitti sociali. Sperano che i problemi si risolvano da soli e che la rassegnazione non permetta ai lavoratori di alzare la testa.
Cerchiamo di smentirli.

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