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I 25 anni del Progetto Jonathan per i detenuti, la prima casa accoglienza di Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 23 Aprile 2014 alle 16:13 | 0 commenti

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Progetto Jonathan - Venticinque anni trascorsi nel tentativo di dare un senso nuovo a tante esistenze, a cercare di porre la vittima al centro dei pensieri del detenuto e a regalare momenti di normalità a chi, da tempo, la normalità non sa cosa sia. È difficile sintetizzare il lavoro del Progetto Jonathan, la casa accoglienza per detenuti in pena alternativa che da ben 25 anni opera a Vicenza e che da poco si è trasferita in Strada della Paglia.

Quando nacque, tanti anni fa, fu il primo esperimento di questo tipo sul territorio, oggi è una realtà conosciuta da tutti che collabora attivamente con le istituzioni e che fa parte del Progetto del triveneto Esodo di Cariverona e Caritas.

A chi lavora al Progetto Jonathan non piace parlare di dati - anche se basterebbe citare le oltre 300 accoglienze residenziali fatte in questi anni di cui molte finite con una nuova vita in famiglia sulla strada della legalità - perché preferiscono parlare di vite, ma 25 anni sono un traguardo che non si può ignorare. Per festeggiarlo al meglio una serie di iniziative fino a dicembre prossimo, a cadenza mensile, dal significativo titolo “E che il gomitolo forse non ha voluto diventar maglione...” che riprende un verso della poesia di Pier Mario Giovannone e che raccontano l’esperienza, attraverso la cultura, del carcere e di una prospettiva possibile di vita diversa e non solo.

A dare il via agli eventi sarà la mostra fotografica “RI-SCATTI” che inaugura giovedì 24 aprile alle ore 19.00 a Galleria Celeste in Contrà XX Settembre a Vicenza e rimarrà allestita fino al 18 maggio. Per l’occasione un partner d’eccellenza, il fotografo lucchese Filippo Brancoli Pantera (nel 2010 inserito dagli International Photography Awards tra i migliori 25 fotografi del nuovo millennio), autore di molte delle foto in mostra, scatti “rubati” alla vita quotidiana all’interno e nello svolgersi delle varie attività della casa-accoglienza. “La mostra – spiega il responsabile Davide Bellarte con il collega Lorenzo Tona e i volontari del Progetto Jonathan - vuol essere un baule da soffitta che, se ci si arma di tempo e pazienza e ci sediamo per curiosarci dentro, porta con sé in ordine sparso oggetti che raccontano la storia di una casa, tanti gomitoli intrecciati tra loro, fili che a volte hanno portato a splendidi nuovi maglioni, altri maglioni che a metà strada si sono difatti e altri gomitoli che stanno ancora lavorando punto dopo punto per diventare un bel maglione. La mostra vuol esser storia: parla di violenza, di carcere e di riscatti attraverso foto ed oggetti e anche di oltre il carcere dove l'oltre è rappresentato dalla pena alternativa, percorso giudiziario che riesce a dare risultati positivi rispetto alla recidiva. Con questa mostra il Progetto Jonathan vuole presentarsi, ovvero vuol mostrarsi alla città, alle persone, per creare una cultura giusta intorno a certe tematiche su cui, troppo spesso, c’è anche molta disinformazione. Siamo grati a Paolo Apolloni e alla sua Galleria Celeste per aver appoggiato e ospitato un progetto così delicato e importante”.

La mostra, a ingresso gratuito, sarà un vero e proprio percorso sensoriale nel quale si attraverserà anche una cella ricostruita in scala reale 1:1 con il mobilio originale del carcere. Per l’inaugurazione, inoltre, sarà allestito un buffet a cura dei ragazzi del Progetto Jonathan e dei volontari.

“RI-SCATTI” è il primo dei tanti eventi in programma: dagli spettacoli teatrali di Marco e Pippo e della compagnia Mendicanti dei Sogni, a eventi culturali con Pino della Sega e Leonardo Lenzi, passando per i concerti dei CantaGaia e i Diamanti fino ai laboratori creativi e alle cene di gal(er)a dove i detenuti saranno chef per una sera. Per informazioni [email protected].

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