Hunting Show, Arci Caccia a convegno con "Nulla è più verde della caccia"
Domenica 9 Febbraio 2014 alle 13:51 | 2 commenti
Arci Caccia Nazionale e Regionale Veneto - Al termine di una giornata ricca di iniziative e di incontri per trovare un percorso per avviare un processo di uscita dalla crisi che investe il mondo della caccia e le sue capacità di relazioni con la societa ad aprire il dibattito è stata la puntuale relazione introduttiva del Presidente Regionale dell’Arci Caccia del Veneto Giuliano Ezzelini Storti, che senza mezze parole ha posto il tema della gestione faunistica quale punto centrale e dirimente di qualsivoglia “exit strategyâ€.
Per parlare di prospettiva culturale dei cacciatori, delle Associazioni Venatorie, strumento per riconquistare, attraverso gli “ATC†ed i â€CAâ€, territori “perduti†idealmente e culturalmente, nelle campagne. Possiamo dire “senza dubbio di smentita†che al Convegno c’erano davvero tutti, almeno quanti interessati non alle “chiacchiere†ma al “fare†per la caccia. Ha aperto il “fuoco†il vice presidente nazionale del CNCN, Marzio Maccacaro – dedicato a spiegare agli italiani le ragioni della caccia – che ha “squarciato†gli ultimi veli di ipocrisia di tanti di proporre sterilmente la caccia come il male dei mali, teoria che gli italiani, come con qualità e dovizia di numeri ha spiegato la Ricerca “Gli Italiani e la caccia†prodotta dal prof. Finzi. Ha completato le premesse del CNCN a nome degli Armieri e del Gruppo Beretta, che delle “armi sportive†ha fatto un prodotto di qualità del “Made in Italyâ€, il dott. Maurizio Zipponi. “Dobbiamo rassegnarci all’ineluttabile declino?â€, interrogativo serio al quale nell’intervento, Zipponi, ha dato una risposta “forte†in direzione di soluzioni concrete e “prospettive†gratificanti per la caccia ed il Paese. Costruire una Filiera Ambientale della quale i cacciatori dovranno essere, da subito, “cooprotagonisti†tra i parteners che portano interessi “sani†all’ambiente e all’economia del Paese. La parola è andata agli ATC con il rappresentante di Venezia Luca Niero, ATC 3 di Venezia, che ha messo in luce la potenzialità degli “Ambiti†(che sono anche quelli dei “Comprensoriâ€) troppo spesso mortificati e sminuiti dalle stesse Associazioni e dalla politica. Controcanto a sostegno di queste difficoltà è venuta dalle parole espresse dal Presidente dell’ATC 5 di Torino, Pierangelo Cumino, un agricoltore che di “gestione†s’intende. Tutti numeri e fatti è arrivata la comunicazione dell’arch. Maria Luisa Bargossi della Regione Emilia Romagna che ha – malgrado i tempi ristretti – raccontato una “storia di vita della gestione faustica†non ideologica e, alla luce dell’esperienza, ha indicato punti di miglioramento possibili delle normative. Gli agricoltori, con la relazione di Marco Golfetto, della Confederazione Italiana degli Agricoltori del Veneto , senza giri di parole hanno posto il tema delle problematiche dei danni derivanti da alcune specie selvatiche (per altri, interventi più pesanti) ma anche di alcune “scorrettezze†nella pratica quotidiana della caccia. L’eurodeputato Giancarlo Scottà della Lega Nord, nel suo breve ma significativo saluto ha invitato a tenere “sotto tiro†le provocazioni animaliste che arrivano al Parlamento Europeo. Per il PD, il Consigliere Stefano Fracasso, ha invitato ad un approccio pragmatico alle tematiche di cui si discuteva perché gli ideologismi, come dimostrato, hanno fatto solo male. Ancora fuoco di fila dal Vice Presidente della FIdC, Lorenzo Carnacina, sui limiti ed i ritardi straordinari della caccia italiana per “conoscenza dei datiâ€, “censimenti,â€. Senza scienza e conoscenza, per Carnacina, il futuro e buio. Affettuosa disponibilità a partecipare ad un percorso di valorizzazione, anche sportiva, dei praticanti le attività collaterali alla caccia, è venuta dal Presidente nazionale della Fidasc, Felice Buglione, pronta ad essere della partita. Filippo Segato, Segretario Generale della Face che, ricordando la complessità e le difficoltà delle Associazioni Venatorie europee e della caccia in Europa, senza infingimenti ha posto il tema dell’unità del mondo venatorio apprezzando la scelta di federarsi fatta dalle Associazioni del Veneto. Il Presidente nazionale della FIdC, Gianluca Dall’Olio, ha dato una “forte scossa†al dibattito invitando la caccia italiana a diventare davvero “verde†rinnovando l’esigenza di avere dati, conoscenza, competenza che, ad oggi, nella gestione faunistica sono carenti e ci mettono fuori dal contesto europeo che, di contro, è l’unica prospettiva per riportare la caccia, orgogliosamente, al centro dell’interlocuzione su questi temi. “Cabina di regia†immediata per procedere sul terreno dell’unità : riflettiamo sugli ATC per un radicale cambiamento, ragioniamo di Federazione, raccogliamo le sollecitazioni degli imprenditori del settore armiero, isoliamo l’animalismo, apriamo un “tavolo†con ecologisti e ambientalisti che la stessa “Ricerca†Finzi traduce, al momento, in un unico interlocutore, Legambiente. “Ora non è più tempo di dire, occorre fareâ€. L’Assessore alla Caccia del Veneto, Daniele Stival ha messo i “piedi nel piatto †delle questioni nazionali partendo dall’esperienza e dalle polemiche sul Piano Faunistico che pure ha trovato, dal Coordinamento del CRAVN, una serie di critiche che sono state raccolte in un documento di 36 punti che l’Assessore si è impegnato in larghissima parte ad accogliere, così come ha aperto a migliorie ulteriori a condizione che saltino atteggiamenti pregiudiziali ideologici. Concludendo, Osvaldo Veneziano, Presidente nazionale Arci Caccia, ha ringraziato i partecipanti impegnando l’Associazione ad accelerare il “fareâ€, a “stringere†in una Federazione delle Associazioni venatorie nazionali anche dopo l’accordo per la polizza unica. E’ tempo – ha detto nelle conclusioni - di costruire le condizioni per sconfiggere l’animalismo “pernicioso†per il Paese, di costruire un’interlocuzione stabile e formale con l’ambientalismo della ragione e gli agricoltori che si alimentino di quelle conoscenze e competenze qualificate e di valore indispensabili. La politica si desti, abbandoni le logiche di contrapposizione sterili quando non maniacali, riscopra la capacità di sintesi altrimenti anche i cacciatori dimenticheranno, per sempre, la politica. L’auspicio è che le Regioni, in attesa del Parlamento, facciano quanto possono per migliorare e dare certezza di diritto (anche il Piano Faunistico del Veneto) ma si faccia anche chiarezza sul “dopo province†che sembrano essere ormai escluse dalle competenze in materia.
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