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Graduatorie... ingrate

Di Federica Ceolato Sabato 9 Agosto 2014 alle 12:03 | 0 commenti

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Aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento: docenti fermi al punto di partenza o, peggio, retrocessi. Succede solo nel mondo della scuola. "Con questo sistema il ruolo non lo vedrò nemmeno tra vent'anni"

"In sette anni ho ottenuto la supplenza annuale solo tre volte, a causa dei continui inserimenti a pettine in fase di aggiornamento delle graduatorie" - dichiara Steven, docente precario di discipline giuridiche ed economiche, iscritto alle graduatorie ad esaurimento di Vicenza dal 2007.

"E quest'anno le probabilità sono ancora più remote, dato che, stando alle graduatorie provvisorie, sono stato superato da otto nuovi inserimenti, senza tener conto di ulteriori riservisti, che hanno diritto di precedenza in percentuale, indipendentemente dalla posizione in graduatoria, nella scelta delle scuole": parla con amarezza il docente sclendense, stanco di questa costante incertezza, che soffoca la possibilità di progettare un futuro, nel lavoro e in famiglia. "Precarietà conseguente a molteplici fattori, come la riduzione del numero di cattedre a causa del pesante taglio delle ore della mia materia d'insegnamento, la possibilità di frequentare costosi corsi on-line, nulli da un punto di vista formativo, ma che garantiscono l'assegnazione di uno o tre punti, tanto quanto un master in presenza all'Università. Inoltre, la cancellazione della norma, a mio avviso corretta, dell'impossibilità di trasferirsi ad ogni rinnovo, favorisce un flusso in entrata a scavalco di docenti con punteggi molto elevati, che si posizionano tre le prime posizioni. Quello che è successo anche a questo aggiornamento delle graduatorie. Sarei per una chiamata diretta da parte dei presidi - conclude Steven. In verità è più una provocazione la mia, perché in Italia sarebbe probabilmente un invito al clientelismo".
E' nella stessa situazione Francesca, docente di discipline economico-aziendali, che dalla tredicesima posizione è slittata alla ventiseiesima. "Non è possibile che dopo tanti anni di sacrifici, di investimenti, anche finanziari, e di insegnamento non si veda progredire la propria carriera, ma che, anzi, si retroceda. Non capita in nessun ambito lavorativo. D'accordo che non si può negare la mobilità dei lavoratori - afferma la docente - ma si dovrebbe ugualmente garantire un adeguato riconoscimento a chi è residente in maniera continuativa in una provincia". Potrebbe, infatti, essere un criterio quello della residenza, per l'assegnazione di un doppio punteggio per anno di servizio per chi risiede in una determinata provincia da almeno tre o cinque anni, o, d'altra parte, riconoscere minor punteggio a chi insegna in una provincia diversa da quella di provenienza. Sicuramente non risolverebbe ogni problema, ma almeno contribuirebbe a limitare tensioni e rancori all'interno di un corpo docente, già pesantemente in sofferenza.
Anche Rosaria, campana, dal 2009 in provincia di Vicenza, non vede progredire la propria posizione in graduatoria. "Ho deciso di cambiare provincia perché con l'apertura delle graduatorie molti miei colleghi del sud si sarebbero inseriti con punteggi altissimi, facendo sfumando la mia possibilità di lavorare, nonostante la mia abilitazione per l'insegnamento nella scuola dell'infanzia, per il sostegno, per filosofia - psicologia e scienze dell'educazione alle superiori e per il personale educativo. Con questo aggiornamento resto ferma al mio punto di partenza e con questo sistema il ruolo non lo vedrò neppure tra 20 anni".

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