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Google, il caso Infracom e i nani berici

Di Marco Milioni Mercoledi 9 Ottobre 2013 alle 23:52 | 0 commenti

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Poche ore fa il presidente di Google Eric Schmidt ha detto senza riserve di essere pronto ad investire massicciamente in Italia. A patto però che il Belpaese si doti di infrastrutture telematiche di alto livello. Una digitalizzazione che va certo a favore delle grandi aziende, ma che può aiutare anche le piccole, vero motore economico dell'Italia sostiene il numero uno del colosso californiano.

A rigor di logica si tratta di parole che dovrebbero essere accolte con entusiasmo dalle categorie economiche, anche vicentine, perché l'agenda digitale preconizzata di mister Schmidt, è sulla bocca di tutti. Sarà interessante capire infatti come i vari big (vien da ridere ad usare questa parola al confronto col mondo veneto) locali declineranno questa sorta di invito.

Il Paese non ha denari per investimenti di questo tipo. A patto di mollare al proprio destino opere inutili, al limite del criminogeno, come Tav, arterie stradali, mega ospedali, pedemontane varie. Tutto spesso pensato nell'ottica del project financing, dove in realtà a pagare alla fine è sempre l'ente pubblico.

In un contesto del genere però il Vicentino ha uno specifico. In seno a Brescia Padova, un tempo dominata da Manuela Dal Lago, oggi diretta da Attilio Schneck (ma sempre di leghisti di estrazione provinciale si tratta), si è consumato il buco e lo spappolamento della vicenda Infracom. Che doveva essere il grande vettore per le telecomunicazioni integrate della Serenissima e che si è rivelata un salasso da decine di milioni di euro e una grandiosa opportunità gettata nel water. All'epoca i grandi e i piccoli del sistema Veneto (artigiani, confindustriali, banche, commercianti) avrebbero dovuto linciare i responsabili della catastrofe Infracom. E invece, come oggi, con loro vanno ancora a braccetto. Nel frattempo i grandi operatori del settore, che sono portatori di un dna potenzialmente monopolista, se la ridono. Perché sanno che il destino dei nani come quelli veneti, riottosi, privi di una visione di fondo se non quella dell'opportunismo un tanto al kilo, è già scritto. Saranno schiacciati da colossi come "Big G". Meritatamente.

Leggi tutti gli articoli su: Attilio Schneck, Manuela Dal Lago, Infracom, Eric Schmidt

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