Quotidiano | Categorie: Fatti

Gli ecomostri a Costozza

Di Citizen Writers Martedi 27 Dicembre 2016 alle 11:16 | 0 commenti

ArticleImage

Per 40 anni ho insegnato ai miei alunni a chiamare le cose col loro nome e cognome e a dire sempre la verità e la propria opinione. Ora sono messo alla prova di fronte a tale realtà. Per problemi personali, era da tempo che non entravo a Costozza, la mia Perla dei Berici ed ora, alla vista di cose inaudite, mi dico: alla Soprintendenza di Verona, Vicenza e Rovigo è vero che hanno tagliato i fondi e i mezzi, ma la preparazione culturale, il gusto e gli occhi per vedere... quelli, nessuno ce li può togliere! La nostra Amministrazione Comunale dove vive? Cosa amministra? Come può, con i suoi tecnici - numerosi e preparati - condividere certe mostruosità? Amministrare vuol dire sicuramente applicare le leggi e i regolamenti, tenendo ben conto - però - del territorio, dell'ambiente e della sensibilità della popolazione.

Sono stato un membro dell'amministrazione comunale per 15 anni, ma giuro che mai avrei acconsentito a tali scempi (qui la photo gallery). A nessuna condizione! E chi non è disposto a fare altrettanto, si trova sicuramente nel posto sbagliato.
Percorro quindi Via Bizio con a sinistra il complesso di Villa Morlini-Trento, peraltro trascurato in modo indecoroso dalla Fondazione Baschirotto. Che fine faranno i preziosi affreschi del Maganza, e dello Zelotti del 1500 e quelli di Antonio Carneo del 1660? Inaccessibili per insensibilità e negligenza di chi? Ricordo a tutti che questi beni li abbiamo solo in uso, perchè appartengono alla comunità tutta, presente e futura.
A destra vedo le mura antiche e la bella scalinata di Santa Croce; in fondo, appare l'oratorio gotico-rinascimentale di San Michele Arcangelo, ma noto che dove prima c'era la casa-laboratorio del caro amico e maestro scalpellino Aldo Zoncato, ora c'è un'enorme costruzione col tetto a capanna e un lungo poggiolo, che credo neppure in Val di Fassa avrebbero approvato.
Non occorreva certo un nuovo Palladio per elaborare una costruzione che fosse semplicemente in armonia con il contesto.
Proprio non capisco come si possa essere così ciechi!
Lo stesso amico Aldo, quando accennava alla sua casa diceva che - purtroppo - essa era frutto delle ristrettezze economiche di una volta, ma lo consolava il pensiero che un giorno i suoi eredi avrebbero sicuramente posto rimedio ai suoi errori. Peccato! Si è sbagliato proprio!
Continuando il mio giro, ammiro la piazzetta di Santa Sofia, con gli appropriati interventi agli edifici di Sergio Zoncato e degli eredi di Ildebrando Basso.
Imboccando Via delle Grotte, invece, resto senza fiato! Non credo ai miei occhi: un cubo gigantesco con delle grandi aperture d'angolo nasconde completamente tutto il sito diS. Antonio Abate del 1253!
Subito penso alla cara Giulia di Thiene e mi chiedo cosa sia successo. Mi aveva confidato alcuni anni or sono che suo zio Clemente, illustre architetto e accademico olimpico le aveva redatto un bel progetto per il recupero della "baracca militare" poco distante.
Mi rifiuto di pensare che il progetto sia quello ora realizzato!
Cara Giulia, ho ammirato la tua straordinaria mamma Marilisa, che nel restauro del "conventino" aveva sacrificato molte comodità in cucina e nei servizi per non compromettere l'antico sito. Tu stessa ne hai seguito l'esempio nel recupero del seminterrato, fatto ad arte e con buon gusto.
Condivido pienamente la costruzione sul lato ovest, ma ad est proprio no. E' fuori scala, è fuori ambiente, è avulsa ad ogni angolo della nostra bella Costozza e compromette tutto il monumentale, irripetibile, antico e storico luogo.
Peccato! Ai posteri la sentenza.
Continuando a percorrere Via Vittorio Veneto, ammiro il rispettoso intervento fatto dal
Sig. Vettore all'antico edificio d'angolo.
Noto poi la ristrutturazione fatta dagli eredi di Trevelin Arcangelo, in osservanza alla scheda prevista da quel piano regolatore, che l'architetto Pierluigi Tombolan aveva redatto a suo tempo per tutte le abitazioni di Costozza.
Un architetto non sempre compreso, perché anticipatore dei tempi.
Vedo poi la "casa rossa" ex Da Schio, che sembra discretamente inserita e lo sarà ancor di più con il passare del tempo.
So che tutti gli interventi sono stati fatti a norma di legge e debitamente autorizzati, ma questo non mi consola affatto delle ultime grandi ferite inferte alla mia cara Costozza. Resteranno indelebili, purtroppo, e mi piange il cuore quando sento le nostre guide turistiche che riportano i commenti, le esclamazioni di sdegno e di amarezza di visitatori che arrivano da tutto il mondo, di fronte a tali sfregi.
Non mi resta che unirmi a loro e a Cicerone nel dire: O tempora, o mores!

Bruno Maistro

Leggi tutti gli articoli su: Costozza, Bruno Maistro

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.



ViPiù Top News


Commenti degli utenti

Mercoledi 19 Dicembre 2018 alle 07:01 da kairos
In Mostra al Chiericati, Caterina Soprana (Commissione Cultura) risponde ai giovani del Pd: "realizzata a costo zero per il Comune"

Domenica 2 Dicembre 2018 alle 17:35 da Kaiser
In Mostre e eventi: due diverse concezioni non confrontabili ovunque e anche a Vicenza
Gli altri siti del nostro network