Giustizia, Stefani: processi durano anni e Cancellieri si preoccupa dei Ligresti
Giovedi 7 Novembre 2013 alle 15:03 | 0 commenti
On. Erika Stefani, LN - «In un momento come questo, sapere che un ministro perde tempo a chiacchierare con degli amici milionari coinvolti in guai giudiziari è desolante. Con i problemi che ha la giustizia, i processi che durano all'infinito, le aziende che non investono in Italia perché hanno paura di non essere tutelate, che per loro non sia fatta giustizia, che le sentenze arrivino troppo tardi, un ministro cosa fa? Promette alle amiche di tirarle fuori dai guai? Perché le fanno pena?
A me sono altre le persone che fanno pena». Lo dichiara la senatrice della Lega Nord Erika Stefani, in merito della vicenda giudiziaria che ha come protagonista la famiglia Ligresti. «Spesso sono chiamata a risolvere situazioni di disagio che si ripetono nella mia provincia. Famiglie che si ritrovano senza uno stipendio, magari solo con l'assegno di disoccupazione o la pensione di uno dei genitori ancora vivi. E magari ci sono due o tre bambini che di fronte hanno anni di studio e non si sa se la loro famiglia avrà i soldi per mantenerli nel loro percorso di formazione. Abbiamo ascoltato le parole del ministro Cancellieri pronunciate in Senato e siamo rimasti esterrefatti. Decine di persone chiedono spesso aiuto a me, che per loro posso fare molto poco. Ma sono senatore e mi sento obbligata a dare una parola di conforto. Tuttavia cerco di non promettere mai nulla, se non che farò il possibile per tentare di risolvere la loro situazione di disagio - spiega Stefani - Il ministro Cancellieri ha dimostrato la sua solidarietà di donna, di amica e di madre a dei suoi conoscenti investiti da una vicenda giudiziaria pesantissima. Proprio come una madre non è entrata nel merito della vicenda, ma si è resa disponibile comunque a fare qualcosa. Ci chiediamo cosa sarebbe successo se un intervento simile fosse stato compiuto da un ministro della Lega Nord, come Castelli, che ha avuto il dicastero della giustizia molti anni prima di lei. Sicuramente si sarebbe già dimesso. Il fatto che poi il ministro Cancellieri abbia ammesso di aver già operato nella stesso modo, in favore di altri carcerati, rappresenta solo un'aggravante. Se esiste una legge, deve essere uguale per tutti.».
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