Quotidiano | Categorie: Sindacati

Askoll P&C: tavolo al Mise. Sindacati: si va "verso il fallimento, non solo della fabbrica ..."

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 21 Marzo 2014 alle 00:19 | 0 commenti

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Mentre Tiziano Toniolo della Rsu come Fim Cisl fa fatica a parlare perchè è reduce anche da un'assemblea all'esterno dei cancelli con i 223 licenziati della Askoll di Castell'Alfero, che, come se non bastasse la chiusura decisa per il 7 giugno per delocalizzare in Slovacchia la produzione, stanno subendo la serrata decisa dal gruppo vicentino di Elio Marioni, è Silvano Uppo, segretario provinciale della Uilm di Asti, a confermarci che dopo l'incontro con il Prefetto di Asti, «domani alle 10 è in programma la convocazione al Mise».

Aggiunge Uppo che «in assenza di un intervento forte delle istituzioni l'azienda conferma la chiusura il prossimo 7 giugno, in quanto svilupperà la versione Evo del motore in Slovacchia investendo in quel sito 1.500.000 di euro lasciando, quindi, l'Italia».

Comunque «l'azienda sarà presso il ministero prima di noi» conclude "telematicamente" il dirigente Uilm, non sappiamo se con un sorriso beffardo, visto che l'azienda non si sarebbe presentata secondo il "duro" consulente Maurizio Mastelli, a cui Marioni ha affidato il ruolo di "assaltatore" degli operai al grido coraggioso di "a morte quel pirla di VicenzaPiù che sta raccontando la vicenda anche a Vicenza!"
Beppe Morabito, dirigente della Fiom Cgil, aggiunge che «negli incontri presso la Prefettura di Asti, ieri disgiunti oggi congiunti, è stata data solo la disponibilità a discutere domani al Mise ma senza alcun arretramento sulla volontà di chiudere. Il Prefetto ha provato la mediazione proponendo di spostare più in là la data di chiusura e di ritirare quella attuale per provare a verificare assieme a maestranze e sindacato le possibilità di produrre i nuovi motori Evo, Erod e mobilità elettrica che noi abbiamo proposto di sperimentare e produrre presso il ns. stabilimento».

Chiedo conferma della presenza dell'azienda al Mise anche a Morabito, visto che oltre che pirla sono anche duro di comprendonio, non di cuore, però, caro, Mastelli creatino (abitante di Creazzo, cioè, non si alteri ancora con un povero giornalista pirla!). Ora Maurizio, grazie anche alle nostre cronachette, lei è più famoso di prima come tagliatore, in nome e per conto terzi, di dipendenti Askoll, prima a Mocalieri, oggi a Castell'Alfero. E domani, Dio non voglia quello che da Asti tutti prevedono, anche a Povolaro. Vero Marioni? Vero sindacati vicentini, sempre più muti nonostante le lotte dei vostri colleghi astigiani di Fim, Uilm e Fiom di Asti, privi della benché minima e tangibile vostra solidarietà?
Alla nostra domanda sulla presenza della Askoll a Roma, nonostante ... Mastelli, Morabito risponde così: «Sì, l'azienda ha dato la sua adesione all'incontro. Sì, è vero che Mastelli aveva "urlato" su tante cose compresa l'assenza della Askoll al Mise, ma per fortuna è stato un caso isolato, anzi lui è stato già isolato: oggi non era più presente alla riunione in Prefettura ... Infatti se non fosse presente al tavolo ministeriale l'azienda perderebbe ulteriormente la faccia con le istituzioni. Credo che domani sarà una giornata decisiva».
Come potrebbe esserlo lo dice, non si sa se per preventiva amarezza o per scaramanzia pre tavolo,  Silvano Uppo che domani alle 5 di mattina partirà con la delegazione sindacale per Roma alle 5 di mattina «verso il fallimento. Forse il fallimento della trattativa di domani sembra lo cosa più probabile, forse domani sarà un altro fallimento delle politiche industriali di questo paese o anche solo il fallimento della Askoll P&C, perché se non si trova l'accordo potrebbe anche fallire tutto. Non ci sarebbe niente da portare in Slovacchia con lo stabilimento bloccato, i tecnici non disponibili a seguire Askoll nel progetto, i clienti persi per il blocco delle merci: quindi sarebbe il fallimento. Non il fallimento giuridico ma il fallimento...».
E si aprirebbe, fanno intendere i i sindacalisti, anche una fase in cui sarebbero pretesi «controlli sulla liceità dei fondi "pubblici" fatti erogare dalla Askoll per i contratti di solidarietà pur avendo in animo da ben prima di chiudere, sui bilanci intersecati tra controllate e controllanti del gruppo, sulla presenza di una partecipazione della "fallenda" Askoll di Castell'Alfero nella Askoll Tre di Povolaro dopo un giro di "compra e vendi" di linee di montaggio dei motori ...».

Quelle che le 223 famiglie astigiane non vogliono mandare in Slovacchia anche per evitare che poi ci vadano anche quelle della Askoll Tre di Povolaro...


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