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Fondi Ue per combattere la crisi e i licenziamenti: aiuti estesi anche alle pmi

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 23 Dicembre 2013 alle 11:42 | 0 commenti

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On. Mara Bizzotto, LN - "I fondi Ue per chi ha perso il lavoro, a causa della crisi economica o degli effetti della globalizzazione, continueranno ad essere disponibili anche per il periodo 2014-2020. Grazie al nuovo regolamento sul FEG (Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione), che entrerà in vigore il 1° gennaio 2014, gli aiuti saranno inoltre più tempestivi ed efficienti e saranno estesi anche ai lavoratori autonomi, interinali e alle piccole e medie imprese".

A darne notizie notizia è l'europarlamentare leghista Mara Bizzotto, membro della Commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento Europeo, dopo l'approvazione della nuova proposta di regolamento sul Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione (FEG) per il periodo 2014-2020.

Il FEG è uno dei pochi strumenti efficaci dell'UE per la lotta alla disoccupazione che prevede lo stanziamento di fondi destinati al reinserimento nel mondo del lavoro dei lavoratori licenziati, attraverso corsi di orientamento e di riqualificazione professionale, la promozione dell'imprenditorialità e la corresponsione d'indennità per trasferimenti e cambi di residenza.

"Il Parlamento UE ha combattuto a lungo contro alcuni Governi nazionali (soprattutto Germania e Svezia) permantenere attivo questo fondo anche per il periodo 2014-2020 - dichiara l’eurodeputata Bizzotto, che ha contribuito in prima persona alla stesura del nuovo regolamento sul FEG – Sebbene la dotazione finanziaria, pari a 1,05 miliardi di euro, sia stata ridotta rispetto al settennato precedente, abbiamo fatto in modo che questiaiuti vengano erogati in maniera più tempestiva ed efficace, assicurando ilreintegro nel mercato del lavoro per il maggior numero di lavoratori licenziati che riceveranno assistenza dal Fondo, e non soltanto per il 50% di essi come chiedeva la Commissione UE".

Tra le novità più importanti, introdotte su indicazione dell'onorevole Bizzotto e di altri 5 deputati stranieri che componevano il gruppo di lavoro al quale il Parlamento Europeo ha affidato il processo di riscrittura delle nuove regole sul FEG, vi sono: l'estensione degli aiuti alle piccole e medie imprese e ai lavoratori autonomi, l'avvio di una campagna d'informazione presso le aziende sull'esistenza e il funzionamento del FEG e la sburocratizzazione delle procedure per l'utilizzo dei fondi (la Commissione UE deve pronunciarsi entro 12 settimane dalla presentazione della domanda).

"Per un contesto economico come quello del Veneto, che si regge su una vasta rete di piccole e medie imprese, l'importanza di queste modifiche è fondamentale - spiega l'on. Bizzotto -  Nonostante il Veneto sia tra le regioni europee con il maggior numero di aziende che negli ultimi anni hanno chiuso o delocalizzato all'estero, finora soltanto i lavoratori della sede padovana dell’Agile Srl hanno ricevuto l’assistenza del FEG: in questi anni infatti nessun’altra azienda presente in Veneto ha fatto richiesta per accedere al FEG, probabilmente anche a causa della mancanza di informazioni su questo fondo”.

Tra il 2007 e il novembre 2013 ben 123 aziende europee hanno presentato domanda per attivare l'assistenza del FEG per i loro lavoratori licenziati. Tra i vari Paesi europei, l'Italia si colloca al terzo posto per maggior numero di richieste (dietro Spagna e Olanda), avendo presentato 13 domande per altrettanti casi di crisi e per un totale di quasi 13mila lavoratori licenziati. I fondi finora stanziati per i lavoratori italiani ammontano a circa 54 milioni di euro.

"Il FEG sarà uno strumento importantissimo per il Veneto e per le regioni del Nord Italia che rappresentano da sempre la parte più produttiva del Paese - osserva l'europarlamentare vicentina - E diventa ancora più importante oggi, alla luce dei pesanti tagli agli ammortizzatorisociali e alla cassa integrazione in deroga annunciati da Roma: anche per questo motivo, in un momento così difficile e con risorse ridotte al lumicino, non possiamo permetterci di lasciare nemmeno un euro a Bruxelles, soprattutto se questi fondi riguardano il mondo del lavoro e i nostri lavoratori". 

"Per quanto fondamentale, però, il FEG è pur sempre uno strumento di emergenza, che agisce sulle conseguenze e non sulle cause della malattia che sta soffocando il tessuto imprenditoriale del nostro Paese - conclude Mara Bizzotto - Per questo, oltre al FEG, è assolutamente necessario intervenire per risolvere i problemi che spingono molte aziende a chiudere o delocalizzare all'estero, ovverosia una pressione fiscale da record mondiale (68,3%), un costo del lavoro elevatissimo, l'eccessiva burocrazia e la cronica difficoltà di accesso al credito".


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