Fondi ad asili privati, vincono i no a Bologna. Raniero (Usb): un grande risultato
Lunedi 27 Maggio 2013 alle 14:35 | 0 commenti
Raniero Germano, Usb Vicenza - Mentre da noi si vota per le comunali a Bologna vincono i no nel referendum sui fondi ad asili privati. Il risultato è inequivocabile, 86.000 cittadini bolognesi sono andati a votare e a stragrande maggioranza hanno detto basta al finanziamento pubblico alle scuole private! Questo importantissimo risultato è stato ottenuto nonostante la giunta comunale abbia cercato in tutti i modi di comprimere il diritto al voto non consentendo la concomitanza del voto referendario con quello per le elezioni politiche, allestendo pochi ed improbabili seggi elettorali e mettendo in atto una campagna di disinformazione senza precedenti.
Il fatto poi che Pd, Pdl, Lega nord, la Confindustria, le Centrali Cooperative, la Curia, Cgil, Cisl e Uil, Ministri e Parlamentari abbiano fatto campagna elettorale per il B, rende ancora più importante e significativo questo risultato.
Nei referendum alla fine contano i numeri e i cittadini che soffrono la crisi e sono determinati a fermare il saccheggio delle risorse pubbliche e sono di gran lunga più numerosi dei poteri economici e politici che hanno dato vita al grande inciucio.
Un referendum che parla al resto del Paese con un risultato che afferma che la scuola deve essere pubblica, laica e gratuita.
Dopo 20 anni di"saccheggio" dei beni comuni del paese, in piena crisi economica usata come un'accetta per eliminare molti servizi essenziali ai ceti popolari,i cittadini di Bologna hanno espresso un netto rifiuto alle privatizzazioni, alimentato dalla consapevolezza del netto fallimento di quelle politiche
Ora i soldi regalati alle scuole private devono tornare alla scuola pubblica e serve uno stop alle politiche cittadine di privatizzazione ed dismissione dei servizi pubblici a partire da quello sciagurato progetto di trasferimento dei servizi educativi e scolastici alle ASP!
Infine Cgil, Cisl e Uil che hanno fatto campagna per il B e hanno perso, ora devono prendere atto che non sono più legittimate a trattare con l'amministrazione comunale la dismissione dei servizi educativi e scolastici.
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