Filmambiente, Andrea Segre presenta "I sogni del lago salato"
Lunedi 11 Gennaio 2016 alle 16:49 | 0 commenti
Festambiente
Mercoledì 13 gennaio il regista Andrea Segre sarà ospite di Filmambiente per la proiezione del suo ultimo documentario I SOGNI DEL LAGO SALATO, girato in Kazakistan. La serata organizzata da Festambiente Vicenza e Cooperativa Insieme avrà luogo presso la sede della Cooperativa Insieme in Via Dalla Scola 255. Il programma prevede un aperitivo alle 19 con la presenza del regista. Sarà un momento informale di incontro prima della proiezione del film.
Alle 20:30 inizierà la proiezione de I SOGNI DEL LAGO SALATO. Al termine del film Andrea Segre e il suo assistente Simone Falso, incontrerranno il pubblico. Si parlerà della genesi del film ma anche dei temi portanti del film come lo sviluppo economico e lo sfruttamento delle risorse naturali.
ANDREA SEGRE nato a Dolo nel '76. Ha iniziato la sua carriera in veneto per poi trasferirsi a Roma doveattualmente vive e lavora.
Autore di moltissimi documentari a tematica sociale come “Mare Chiuso†e “Il Sangue Verde†sulla questione dei flussi migratori. È diventato famoso presso il grande pubblico per i due film di finzioni “Io Sono Li†e “La prima neve†che hanno raccolto molti premi a livello internazionale.
I SOGNI DEL LAGO SALATO racconta il Kazakistan di oggi che vive l’euforia dello sviluppo che l’Italia non ricorda nemmeno piu. Eppure la sua crescita e legata a doppio filo con l’economia italiana. La crescita dell’economia kazaka, pari al 6% annuo (un tasso che l’Italia ha avuto solo negli anni ‘60), e basata in gran parte sull’estrazione di petrolio e gas. L’ENI ha un ruolo chiave nella gestione dei giacimenti kazaki e molti sono gli italiani che lavorano in Kazakistan, in particolare nelle regioni intorno al Mar Caspio, dove è stato girato questo film.
Le immagini delle grandi steppe euroasiatiche, degli spazi infiniti e ordinati delle terre post- sovietiche si intrecciano nel film e nella mente dell’autore con le immagini dell’Italia anni ‘60, trovate sia negli archivi ENI che in quelli personali girati dalla madre e dal padre di Andrea Segre, che negli anni ’60, ventenni, hanno vissuto l’euforia della crescita.
Viaggiando tra Aktau e Astana, tra le steppe petrolifere a ridosso del Mar Caspio e l’iper-modernità della neo capitale, il film si ferma ad ascoltare le vite e i sogni di vecchi contadini o pastori e di giovani donne le cui vite sono rivoluzionate dall’impatto delle multinazionali del petrolio nell’economia kazaka. I loro racconti dialogano a distanza con quella di uomini e donne italiane che cinquant’anni fa vissero simili emozioni e speranze.
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