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Ferrarin (M5S): su Aim-Ecoveneta da Variati un arrocco indecente

Di Marco Milioni Venerdi 29 Novembre 2013 alle 18:08 | 0 commenti

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Daniele Ferrarin, consigliere comunale vicentino del M5S, ieri era in aula con la capogruppo Liliana Zaltron. I due, in una con il resto delle minoranze di centrodestra, sono stati impegnati in un duro faccia a faccia con la maggioranza di centrosinistra. Oggetto del contendere la possibilità di far parlare Gianni Giglioli, poche ore fa assolto con formula piena rispetto alla vicenda Aim-Marghera.

«Ed è proprio su quella vicenda - spiega Ferrarin - che abbiamo cercato un confronto aperto anche a Giglioli. Ipocritamente ci hanno detto che il processo era ancora in corso. Ma la verità è bene un'altra».

Dunque Ferrarin voi del Cinque Stelle ieri in aula avete alzato la voce e battuto i pugni sul tavolo, come mai?
«La cosa è semplice. Sulla vicenda Marghera ci sono troppi lati oscuri. Il processo ha messo in luce alcuni aspetti, ma l'amministrazione e l'opinione pubblica sanno poco. In questo senso la stampa, non tutta ad onor del vero, ha contribuito a creare questo clima di opacità».

Pensate che ieri si sia persa un'occasione?
«Assolutamente sì. Se la maggioranza, ovvero il sindaco del Pd Achille Variati, avesse acconsentito ad un confronto, magari duro, ma franco sarebbe stato meglio. Ringrazio tutti per l'impegno profuso, a partire dal consigliere Zaltron».

E invece dall'altra parte della barricata che è successo? Non ritenete che la maggioranza abbia il diritto dovere di far valere le proprie ragioni anche in ossequio del responso delle urne?
«Da parte della maggioranza abbiamo registrato un arroccamento indecente che sa di codardìa e di volontà di coprire le condotte di terzi».

Vale a dire?
«Le accuse dell'ex assessore alle Aim Gianni Giglioli nei confronti di Ecoveneta, ovvero del gruppo Maltauro, le abbiamo sentite più volte. Le risposte sino ad ora sono state insignificanti. Personalmente sono interessato a quanto potrebbero riferici i vertici di Aim, ma io voglio anche sentire il parere del sindaco, della giunta e dei consiglieri. Sempre che siano in grado di averne uno che non sia l'omertà assunta forma logica».

Frattanto però  i rapporti con le partecipate del comune rimangono tesi. È vero?
«Sì perché non c'è solo Aim. Ad esempio c'è la querelle in corso con Fiera di Vicenza spa partecipata dal comune al 32%. Non vogliono consegnarci parecchie carte. Sostengono che non siamo titolati. Stiamo valutando bene il loro comportamento. Non possiamo escludere che ci rivolgeremo alla magistratura».

Sì però c'è anche la questione delle spese pazze che sarebbero state sostenute da alcuni top manager di via dell'Oreficeria. Si parla di tremila euro per una cena a New York nel cui novero figurerebbero 1600 solo di champagne. Dai piani alti della fiera, ma pure sui media, non sono mancate le critiche, anche dure, di chi sostiene che l'interrogazione da voi redatta in materia fosse troppo generica e facesse riferimento a voci non bene identificate. Come stanno le cose?
«Quando ho pensato al testo della interrogazione avevo la fondata convinzione che si trattasse di una fattispecie reale. Sul piano dialettico il ferro era ancora caldo, per cui si è deciso di presentare quel testo. Spetta alla Fiera, ma soprattutto alla giunta smentirci o meno. Di più, la difesa per cui lanciare adesso accuse generiche contro la spa creerebbe danni alla stessa Fiera è una argomentazione ipocrita. Una risposta così la darebbe “er batman” del consiglio regionale del Lazio.  È una risposta da praticoni della politica, da cialtroni della prima repubblica. La trasparenza viene prima d'ogni altra cosa. Non si transige. Quando avremo le carte in mano entreremo nel dettaglio».

Nel frattempo però, anche per questa vicenda, i rapporti in seno al M5S di Vicenza non sono idilliaci. Che succede?
«Succede che come in ogni organizzazione aperta c'è chi la pensa in modo assai diverso da te. La cosa ci sta tutta, per me non ci sono problemi. Contemporaneamente però io debbo fare il consigliere comunale. Ci sono piccole e grandi battaglie da portare avanti; tra le quali quella enorme sul Cotorossi. Il cielo non voglia che ci sia qualcuno che ha pensato di mettersi di traverso proprio perché stiamo andando a scoprire gli altarini. Ad ogni modo, e più concretamente, le invidie da quattro soldi, i personalismi o le turbe da liceali brufolosi non mi interessano».


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