Federica Guidi, la voce del padrone
Domenica 23 Febbraio 2014 alle 19:07 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella - Uno dei ministri più importanti del governo “Napolitano-Renzi†è certamente Federica Guidi titolare del ministero dello sviluppo economico. Di professione imprenditrice, figlia di Guidalberto Guidi già vicepresidente di confindustria, è stata essa stessa presidente dei giovani imprenditori di confindustria e poi vicepresidente di confindustria.
Diventata ministro, per “evitare†conflitti di interesse, ha rinunciato a tutti gli incarichi operativi nelle imprese di famiglia che partecipano a appalti pubblici e fanno affari con aziende statali. Una cosa “normale†che diventa un fatto “eccezionale†in questa nostra povera Patria.
Bene, Federica Guidi, ha “eliminato†(si fa per dire) il suo conflitto di interessi. Ma è bene ricordare chi è il neo ministro Guidi, chi rappresenta e quali sonole sue convinzioni sulle questioni del lavoro. Molto vicina, politicamente, a Silvio Berlusconi (con il quale ha cenato non più tardi di lunedì scorso) non è certo contraria alle delocalizzazioni, anzi. Lo stabilimento bolognese dell'azienda di famiglia, la Ducati Energia, è, ormai solo un impianto che assembla parti di prodotto realizzate all'estero. Occupa poco più di 200 lavoratori dei quali solo 60 sono operai. Gli altri 700 dipendenti della Ducati Energia, a parte una ventina che opera nel laboratorio di ricerca a Trento, sono all'estero dove i Guidi hanno spostato da tempo la produzione per ridurre i costi. Una operazione di “normale†delocalizzazione che è in palese contrasto con il principio di utilità sociale dell'iniziativa economica privata stabilito dalla Costituzione (articolo 41).
Federica Guidi, dimostrandosi figlia di cotanto padre, ha dimostrato più volte di avere le idee chiare in fatto di rapporti tra padroni e lavoratori. In un'intervista di qualche anno fa ha dichiarato che “... gli strumenti della contrattazione sindacale dovranno cambiare. In futuro nelle aziende ci dovrà essere una contrattazione praticamente ad personam, tra il datore di lavoro e il dipendenteâ€.
Continuando nelle perle di saggezza del nuovo ministro dello sviluppo economico, si possono citare altre sue dichiarazioni che spiegano la filosofia che la guida: “Per restare competitivi dobbiamo avere un basso costo del prodotto. Quindi un basso costo della manodopera. In Italia il costo varia dai 18 ai 21 euro, in Croazia è di poco superiore ai tre, in Romania è inferiore a un euroâ€, e anche “Bisogna rendersi conto che oggi il diritto al posto fisso è anacronistico, si deve lavorare per un diritto al percorso professionaleâ€.
Da che parte si schiererà Federica Guidi e il governo di fronte ai padroni che chiudono le fabbriche in Italia e portano la produzione all'estero? Che posizione assumerà , il governo, di fronte a Fiat, Electrolux e agli altri che fuggono all'estero? E come potrà contrastare la delocalizzazione se suo padre e lei l'hanno fatta senza problemi? Quale sarà lo “sviluppo economico†che garantirà Federica Guidi? Quello della nazione o quello dei colleghi di confidustria? E la cancellazione del contratto nazionale diventerà un caposaldo del nuovo governo?
In ogni affermazione il neo ministro, assidua frequentatrice di programmi televisivi (la si poteva vedere spesso ospite di Ballarò), ha messo in secondo piano le esigenze dei lavoratori, privilegiando il profitto e il guadagno privato. Una cosa da “padrone†(legittima, per carità ), ma non da ministro della Repubblica che dovrebbe, visto che ha giurato sulla Costituzione, fare esattamente il contrario.
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