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Emergenza casa, il sindacato inquilini: "soldi per le mostre e non per le case"

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 12 Maggio 2014 alle 16:15 | 0 commenti

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SUNIA Vicenza - La scorsa settimana il sindaco Variati e la sua maggioranza (PD, Lista Variati sindaco, ecc.), in sede di bilancio, hanno respinto un emendamento della consigliera comunale Valentina Dovigo (SEL, Lista civica) che impegnava 1.300.000 euro nel ripristino delle case comunali (AMCPS)  e non nella ristrutturazione del cinema Arlecchino a cui l'Amministrazione comunale di Vicenza  aveva deciso di destinare quella rilevante somma. 

E' bene sapere che il Comune capoluogo, tra le varie abitazioni di proprietà sfitte, ne ha ben 116 che da anni attendono di essere ripristinate (interventi più e meno rilevanti). Nel frattempo degradano di anno in anno. 

E' una parte del patrimonio comunale, cioè di tutti i cittadini che dovrebbero chiedere conto a Variati di quella scelta sbagliata. Ma la cosa più grave è l'insensibilità di sindaco e consiglieri verso le famiglie in difficoltà (anche sfrattate) che potrebbero trovare alloggio in una di quelle 116 case comunali sfitte per necessità di lavori mai commissionati.

Le due scelte contrapposte in gioco nel bilancio comunale, di cui sopra, presuppongono valori e visioni antitetici.

L'Arlecchino, una volta ripristinato, sarà un'opera da inaugurare con fascia tricolore, fotografi e riflettori. E' probabile che sia fruita dal ceto che, avendo soddisfatto le altre esigenze fra cui la casa, può spendere per recarsi ad eventi culturali, mostre, ecc. (non abbiamo nulla contro le mostre -ed affini- o chi ci va; anzi sono benvenute). Questo ceto, che potremo chiamare dei 2/3 della cittadinanza, probabilmente va a votare e quindi il nuovo Arlecchino potrebbe valere anche come tentativo di acquisire o confermare il consenso politico e sociale.

Le case comunali sono invece per il terzo residuo dei cittadini, poveri e comunque con pochi soldi, che in parte non si reca alle urne ed è composto da presone poco gradevoli che non fanno parte del blocco moderato che elesse Variati a sindaco e tuttora ve lo mantiene.

Questo freddo cinismo riteniamo sia una delle ragioni del NO al ripristino delle case comunali. 

Ma non è un episodio estemporaneo. Come abbiamo accennato c'è sotto una logica, una ideologia. Infatti qualche mese fa Variati diede un contributo di 200.000 euro per la mostra "Verso Monet" in Basilica, somma che gli organizzatori avrebbero potuto procurarsi da qualche sponsor.

Bene avrebbe fatto il Sindaco ad impegnare anche quei quattrini nella manutenzione e nel ripristino delle case comunali, da consegnare poi a famiglie sfrattate.

In conclusione sono 1.500.000 euro che l'Amministrazione ha speso o spenderà  per il tempo libero dei 2/3 dei cittadini di Vicenza invece che per dare una casa a chi non ce l'ha e tutelare il patrimonio comunale, cioè di tutti.

Sotto c'è anche un'ipocrisia di fondo perché, mentre si danno 1.500.000 euro per il tempo libero, nelle riunioni della Commissione per l'emergenza abitativa i rappresentanti del comune dicono che non ci sono case per gli sfrattati. In tal modo la Commissione non può andare oltre la redazione di inutili graduatorie di aventi diritto alla casa in emergenza che a loro volta non l'avranno mai. Ciò a causa dell'Amministrazione comunale che lascia sfitte senza ripristinarle 116 abitazioni da mantenere.


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