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Dopo complicazioni Visco/Bersani, arriva il Durt: Pmi soffocate dalla burocrazia

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 23 Luglio 2013 alle 13:56 | 0 commenti

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Apindustria Vicenza - Il Parlamento introduce nuovi adempimenti e toglie garanzie ai creditori
Ci mancava solo il D.U.R.T., il Documento Unico di Regolarità Tributaria inserito in un emendamento al "decreto del Fare", che penalizzerà le imprese con nuovi adempimenti e ancora meno certezze nella riscossione dei crediti.

La misura, introdotta dalle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera, viene criticata da Apindustria Vicenza, perché destinata a creare nuovi adempimenti mensili, costringendo appaltatori e subappaltatori a comunicare i dati contabili e i documenti primari relativi alle retribuzioni erogate, ai contributi versati e alle imposte dovute, generando nuovi costi che le imprese non sono più in grado di sostenere. «O è una presa in giro - tuona il presidente Flavio Lorenzin - oppure questi signori dimostrano idee molto confuse sulla grave situazione che stanno attraversando le imprese italiane. Da troppo tempo è stato superato il limite e gli operatori sono soffocati dalla burocrazia, quando sarebbe invece il momento di semplificare togliendo tutti gli adempimenti che non sono veramente necessari». Il DURT, paradossalmente, va nella direzione contraria, reintroducendo il 770 mensile previsto dalla Finanziaria 2008 che proprio il decreto del Fare aveva abrogato un mese fa.
Tutto questo peggiora ulteriormente la proliferazione giornaliera di adempimenti inutili imposti dalla norma sulla responsabilità fiscale negli appalti e nei subappalti denominata Visco/Bersani, che obbliga il creditore a produrre autocertificazioni per documentare la regolarità fiscale, da un mese solo per ritenute fiscali e non più per l'Iva. Se il creditore non produce tali documenti, la legge incredibilmente autorizza il debitore a sospendere il pagamento del corrispettivo, pena la responsabilità solidale o l'irrogazione di sanzioni amministrative da 5 mila a 200 mila euro, a seconda dei casi. «Si tratta di un impianto normativo inopportuno e iniquo che da mesi viene denunciato dalle associazioni di categoria - spiega Lorenzin - e in particolare da Apindustria Vicenza che, senza mezzi toni, con varie missive ha scritto a ministri e parlamentari chiedendo, per il bene del sistema economico nazionale, l'abrogazione totale della disciplina».
Le Pmi vicentine promettono battaglia nel caso che Parlamento e Governo non pongano immediato rimedio a questi ostacoli. La normativa vigente, infatti, viola il Trattato dell'Unione Europea poiché sfavorisce chi affida commesse a prestatori nazionali e non opera nei confronti di chi si affida a lavoranti esteri, mentre nell'agevolare la sospensione dei pagamenti contrasta con le finalità della Direttiva 2011/7/UE, che mira invece ad accelerarli. «Se necessario ci appelleremo agli organi comunitari per denunciare ufficialmente i vizi della Visco/Bersani - annuncia il presidente di Apindustria Vicenza - chiedendo l'apertura di un'indagine che potrebbe portare ad una procedura di infrazione per l'Italia».

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