Quotidiano | Categorie: Politica

Diritti delle donne e dimissioni "in bianco", Sel Vicenza: l'Italia non cambia verso

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 22 Aprile 2014 alle 16:08 | 0 commenti

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Davide Vittorelli e Niccolò Della Lucilla, Sinistra Ecologia Libertà di Vicenza - Qualche giorno fa al Senato il Partito Democratico ed il centrodestra hanno bocciato la legge contro le dimissioni in bianco voluta da Sinistra Ecologia Libertà ed approvata poche settimane addietro alla Camera dei Deputati. Un passo indietro vergognoso, sulla pelle dei diritti delle donne, che da l'esatta misura della differenza fra gli annunci strombazzati in televisione e le concrete scelte politiche che vengono fatte in parlamento.

In realtà se tutti noi prestassimo maggiore attenzione alla pletora di proposte di Matteo Renzi ed alla loro concreta realizzazione, resteremmo quantomeno perplessi e delusi.

Il premier, infatti, portando la politica sullo stesso livello delle televendite, nelle ultime settimane ha lanciato una serie di pacchetti allettanti che vanno dall’abolizione delle province (in realtà non abolite) all’eliminazione dei CIE (tutt’ora operanti), dal Job-Act (di cui si ignorano ancorano le coperture finanziarie) alla liberalizzazione delle droghe leggere (quando mai?).

In pompa magna sono stati annunciati la vendita delle odiosissime auto blu (in realtà scartabellando la relativa documentazione la proposta riguarda solo l’1% del parco auto), un forte ridimensionamento dell’acquisto di F35 (in realtà si acquisterebbe una sola unità in meno rispetto ai 90 per cui ci si è impegnati, anche se, già questa mattina, circolavano notizie di un “numero maggiore”) ed un finanziamento straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici di oltre 3,5 miliardi di euro.

Non appagato da tanta reclame pubblicitaria ed in vista degli imminenti appuntamenti elettorali, il vulcanico primo ministro ha promesso una riforma al mese, un’ottantina di euro in più in busta paga a 10 milioni di italiani (senza spiegare minimamente dove reperirà le risorse per farlo) e mirabolanti interventi su fisco, amministrazione pubblica, costi della politica e della giustizia italiana oltre a riforme costituzionali, abolizione dei Tar e del Senato.

Molte proposte, c’è da ammettere, sono interessanti e condivisibili, ma restano eteree, ancorate al piano dei propositi e facili slogan da spacciare ai media compiacenti ed ai cittadini con poca memoria.

Chi non manda messaggi rassicuranti è invece il presidente dell’Istat e con lui i vertici della Banca d’Italia e della Corte dei Conti che vanno non dai giornalisti, ma in Parlamento a dire che quella delle coperture è una questione seria, irrisolta e che travolgerà concretamente tutti i fumosi desiderata del premier fiorentino.

Ora la parola, ci auguriamo che se la prendano le donne, i giovani e meno giovani, i militanti, i simpatizzanti e gli esponenti del PD che ancora credono in una prospettiva di reale e concreto cambiamento e nel centrosinistra.

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