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Dichiarazioni contradditorie di Renzi. O, forse, qualcosa di più grave?

Di Giorgio Langella Lunedi 11 Agosto 2014 alle 22:28 | 0 commenti

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7 agosto 2014, Mario Draghi, presidente della BCE, dichiara: "Per i Paesi dell'Eurozona è arrivato il momento di cedere sovranità all'Europa per quanto riguarda le riforme strutturali". 7 agosto 2014, Matteo Renzi, durante trasmissione "In Onda" sul canale "La7", sostiene: "Sono assolutamente d'accordo con lui, se è un affondo affondo anche io".

Il presidente della Bce ha detto una cosa sacrosanta, noi dobbiamo rimettere in ordine l'Italia per farla diventare più competitiva. E le parole di Draghi sono la migliore risposta ai critici del Senato, che è una delle riforme che stiamo facendo".
11 agosto 2014, Matteo Renzi rilascia un'intervista al Financial Times e afferma: "Sulle riforme decido io, non la Troika nè la Bce. Farò io le riforme, perchè l'Italia non ha bisogno di qualcuno che le spieghi cosa fare (...) Nemmeno i dittatori facevano le cose velocemente come le stiamo facendo noi".
Quello di Renzi sembra proprio un cambio di direzione che smentisce se stesso. Forse si è reso conto di avere detto, il 7 agosto, qualcosa di imbarazzante per un paese indipendente. Forse solo dopo qualche giorno ha realizzato il significato delle parole di Draghi. Forse, vista la sua "abilità" di parola, crede di poter dire qualsiasi cosa e, dopo poco, anche il suo contrario. Forse intendeva dire qualcosa d'altro (nella prima dichiarazione dopo le frasi di Draghi o nell'attuale presa di posizione poco importa). Forse è stato frainteso ... e questo ricorderebbe un suo predecessore col quale ha stretto il patto del Nazareno.
Certamente le due dichiarazioni di Renzi sembrano in contraddizione tra loro.
Certamente l'ultima affermazione, con quel "decido io", quel "farò io" e quel "nemmeno i dittatori facevano le cose velocemente come le stiamo facendo noi", dimostra la propensione di Renzi a considerarsi "uomo solo al comando".
È solo una inguaribile autostima dovuta a un maniacale senso di superiorità o, forse, qualcosa di peggio, che rivela la sostanza e il vero obiettivo delle riforme costituzionali e della legge elettorale volute dal trio Napolitano-Renzi-Berlusconi?
Comunque inquietante.

Leggi tutti gli articoli su: Mario Draghi, Matteo renzi

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