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Depositato l'esposto su Borgo Berga: un nuovo ecomostro nel Nord-Est?

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 18 Luglio 2013 alle 15:58 | 0 commenti

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Crestanello Paolo Comitato abusi edilizi Vicenza, Luigi Lazzaro Legambiente Veneto - Il Comitato vicentino Contro gli Abusi Edilizi di Vicenza e Legambiente Veneto hanno depositato nella giornata di ieri un esposto al Nucleo Investigativo della Polizia Ambientale e Forestale di Vicenza in relazione al complesso edilizio di  Borgo Berga,  localizzato nella zona sud-est di Vicenza alla confluenza dei fiumi Retrone e Bacchiglione.

Il complesso edilizio, tuttora in costruzione, copre un area di 100 mila metri quadrati e ospita, oltre al nuovo Tribunale, una decina di edifici commerciali, direzionali e residenziali, con altezze che arrivano quasi a 20 metri. 

Nell’esposto si chiede al Corpo Forestale dello Stato di accertare le violazioni all’art. 96 lett. f) del R.D. 523/1904 (Testo Unico sull’edilizia) che stabilisce una fascia di inedificabilità assoluta di 10 metri dalle sponde o dal piede degli argini dei corsi d’acqua pubblici.

Il nuovo Tribunale e l’ipermercato  risultano costruiti  all’interno della fascia di rispetto fluviale, ma anche gli altri edifici in via di realizzazione non sembrano rispettare, in più parti, le distanze minime previste dalla norma statale.

“Va rilevato che – osserva Paolo Crestanello, Comitato Abusi Edilizi di Vicenza - «Il divieto di costruzione di opere dagli argini dei corsi d'acqua, previsto dall'art. 96, lett. f), t.u. 25.07.1904 n. 523, ha carattere legale, assoluto e inderogabile, ed è diretto al fine di assicurare … il libero deflusso delle acque (cfr. Cassazione civile, sez. un., 30.07.2009, n. 17784); esso è cioè teso a garantire le normali operazioni di ripulitura/manutenzione e a impedire le esondazioni delle acque»  (TAR Lombardia, Brescia, Sez. II, 1 agosto 2011, n. 1231). La violazione della fascia di rispetto fluviale assume, quindi, una valenza particolarmente grave per una area considerata a rischio idraulico. L’esondazione del Bacchiglione in tempi recenti ha, infatti, procurato alla città di Vicenza danni ingentissimi che rischiano, purtroppo, di ripetersi anche in futuro. Con il nostro esposto vogliamo fare chiarezza a tutela dei nostri concittadini.

“Parlare di abusi edilizi e di ecomostri in questa regione non deve portare a ragionamenti fuorvianti – commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – o paragoni fuori luogo tra sud e nord d'Italia. Sono due realtà evidentemente differenti dove, riguardo il primo aspetto, ci troviamo purtroppo a constatare come in Veneto e nel resto del nord, l'illegalità dell'azione speculativa tipica del sud viene sostituita da quella che noi abbiamo più volte definito legalità debole o alcune volte persino addomesticata, allo scopo di costruire laddove, per

motivi di sicurezza, di bellezza paesaggistica e di convenienza pubblica, non si dovrebbe”.

È anche per questi motivi – chiudono Lazzaro e Crestanello - che crediamo sia corretto parlare di ECOMOSTRI anche a nord-est, perché colate di cemento in aree a rischio idrogeologico come quella di Borgo Berga a Vicenza, appaiano come speriamo sia dimostrato con le prossime indagini: un atto criminoso verso il paesaggio, un'ulteriore occupazione di suolo in un'area delicata e di pregio, che attenta alla sicurezza dei cittadini in barba alle leggi in vigore.


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